L’Unione Europea sta cercando accordi con partner alternativi alla Cina per l’acquisizione di materie prime. Il blocco orientale infatti attualmente risulta essere principale leader del settore, creando un monopolio che rende attualmente dipendenti tutti gli altri paesi. Di questo si è parlato in un recente evento che si è tenuto il 24 maggio a Bruxelles, organizzato dalla Fondazione Friedrich Ebert, al quale è intervenuto Leopoldo Rubinacci vicedirettore generale al Dipartimento commercio della Commissione Europea.



L’intervento riportato dal quotidiano Euractiv, si è basato sul sottolineare la neccesità di trovare l’indipendenza dal commercio con la Cina, altrimenti, come ha dichiarato Rubinacci “Non saremo mai autosufficienti“. “L‘ Europa in questo senso ha sbagliato a valutare la chiusura del mercato per proteggere l’industria mineraria nazionale”, ha affermato il politico, ma “ora serve assolutamente una nuova apertura“. Il funzionario ha poi criticato i nuovi dazi, che secondo quanto riportato in un documento dell’OCSE  “limitano il commercio di materie prime critiche“. “Le restrizioni alle importazioni sono una concreta minaccia per l’Europa“.



L’Europa come modello sostenibile ed alternativo alla Cina per il commercio di materie prime

Negli ultimi anni la Cina si è estesa nel mercato delle materie prime acquisendo nuove miniere in Africa, questo come sottolineato dall’intervento di Leopoldo Rubinacci ha creato anche problemi a Pechino a causa dello sfruttamento minorile nelle miniere di terre rare del Congo. Pertanto l’Europa deve sfruttare il momento per porsi come modello alternativo di investitore in questo settore “rendendosi più attraente della Cina“.

La dimensione della concorrenza però dovrà rappresentare un’alternativa sostenibile, per aumentare la competitività. La sfida principale per l’Europa quindi sarà quella di far rispettare gli standard di sicurezza e rispetto del lavoro. Presto infatti, come sottolinea il politico “servirà adottare nuovi requisiti di trasparenza e tracciabilità per le batterie in Europa“, quindi “occorrerà accertare che i controlli doganali siano in grado di accertare l’origine dei prodotti“.