Maternità surrogata, per Alessandra Bocchetti, scrittrice e storica attivista femminista, intervistata da La Verità,  “sarà una nuova schiavitù, che rischia non solo di non difendere i diritti delle donne biologiche, ma anche di cancellare del tutto la figura della madre vera, cioè di quella che mette al mondo un bambino, eliminandone anche il legame che si crea durante la gestazione“, imponendo una politica che si gioca sulla pelle altrui, di individui destinati ad essere trasformati in “oggetti contenitori di figli fatti per altri“. La critica della Bocchetti è soprattutto per una parte della sinistra, della quale oggi si discosta nettamente, per le posizioni ambigue, per le quali si dichiara “delusa, perchè stanno promuovendo un mercato dei corpi“.



Il “femminismo della differenza“, dovrebbe difendere la diversità biologica, altrimenti si rischia una maggiore ascesa del patriarcato, e di un “transfemminismo, che impone di non parlare più di quello che l’uomo con il suo corpo chiuso non può fare“. Parlando poi del caos provocato dalla decisone della procura di Padova dice “Quando si mettono avanti i bambini, dimenticando chi li ha messi al mondo, si tenta la via del patetismo, ma diventa un puro cinismo usato solo per far passare la maternità surrogata come accettabile“.



Maternità surrogata, Bocchetti “Spaventata da due uomini che fanno un figlio”

Per Alessandra Bocchetti, che da sempre difende i diritti delle donne, la pratica della maternità surrogata è “un orrore“, soprattutto perchè rischia di far diventare il corpo femminile un oggetto e la gravidanza come un “lavoro retribuito”. Per questo la scrittrice, intervistata da La Verità,  afferma anche che, le coppie arcobaleno rifiutano le adozioni perchè hanno scelto di proseguire con una linea dura ideologica. “Sono spaventata dal fatto che due uomini vogliano essere padri di un figlio senza madre, sono sincera“, dice, e aggiunge “non basta entrare in sala parto e farsi mettere il bambino sul petto per comprendere la maternità“.



In questo modo infatti viene completamente cancellata la figura della donna che effettivamente ha portato per nove mesi il bimbo in grembo, percependo il “profondo legame che si instaura quando si hanno due corpi in uno“. E conclude, in difesa dei diritti di chi nasce attraverso queste pratiche, “rubare la scena non basta per sostituirsi alla madre biologica, mi chiedo cosa penseranno i bambini quando sapranno che quel “sì” è stato a pagamento“.