Lo Stato di New York conferma la politica contro il diritto alla vita. Tempo fa infatti era stata approvata la legge che consente l’aborto fino al nono mese, cioè l’uccisione del bambino ormai sul punto di nascere. Adesso è entrata in vigore una legge approvata lo scorso aprile che permette la maternità surrogata commerciale, cioè pagare una donna per portare in grembo il bambino concepito attraverso la fecondazione in vitro a differenza della maternità surrogata tradizionale in cui la madre utilizza i propri ovuli ed è quindi biologicamente madre del bambino. Lo Stato di New York era uno dei pochi rimasti insieme a Louisiana, Nebraska e Michigan a vietarla. Una maternità di questo tipo ha un costo compreso tra i 100mila e i 150mila dollari, sottolinea l’agenzia Catholic News Agency. Un lusso per ricchi, dunque, che, come ha sottolineato la Conferenza cattolica di New York, significa “una pericolosa politica che porterà allo sfruttamento di donne povere e vulnerabili con poche garanzie per i bambini”.



Sono noti infatti di casi di questo tipo di maternità con donne di paesi poveri del terzo mondo “prenotati” da ricche coppie occidentali che poi, quando il bambino è nato con problemi fisici, lo hanno rifiutato. Ci sono poi anche possibili conseguenze psicologiche, in quanto il bambino viene separato brutalmente dalla propria madre biologica che, come si sa da tanti studi scientifici, è legato da  un preciso rapporto che si forma già durante gestazione: “È probabile che per alcuni anni non conosceremo le ramificazioni mediche, psicologiche, legali ed etiche di questa nuova politica. La verità è che la maternità surrogata commerciale separa deliberatamente e completamente i bambini da almeno uno dei loro genitori biologici “, ha detto Kathleen Gallagher, direttrice delle attività pro-vita per la Conferenza cattolica dello Stato di New York, in un’e-mail inviata alla CNA.



CHIESA E FEMMINISTE CONTRO LEGGE CUOMO

Si tratta di una paura mercificazione della maternità giustificata dal non poter aver figli, che non prende in considerazione l’adozione di milioni di bambini abbandonati e sfrutta la donna riducendola a una portatrice offendendone la dignità umana. Addirittura paesi come il Nepal, la Thailandia e la Cambogia, dove questo mercato era fiorente, hanno vietato la maternità surrogale commerciale (vietata anche in quasi tutti i paesi dell’Unione europea). L’India, una volta capitale del “turismo della fertilità“, nel 2018 ha approvato un disegno di legge che vieta la maternità surrogata. Lo Stato di New York si dimostra così impietoso e sfruttatore peggio di tanti paesi del terzo mondo. Aggiunge la Conferenza episcopale di New York:  “La maternità surrogata è immorale perché sostituisce l’atto naturale dell’amore unitivo e procreativo, all’interno del matrimonio, per ottenere la gravidanza. La Chiesa ama ed entra in empatia con le coppie infertili e sostiene gli interventi medici che aiutano l’atto naturale dell’amore unitivo / procreativo per ottenere una gravidanza, come farmaci per la fertilità, interventi chirurgici per superare le tube ostruite e altre misure mediche riproduttive”.



Il cattolico governatore Andrew Cuomo si è giustificato così: “Per troppo tempo, ai newyorchesi LGBTQ e ai newyorchesi che lottano per la fertilità è stata negata l’opportunità di crescere una famiglia a causa di leggi arcaiche e arbitrarie, e non potrei essere più orgoglioso del modo in cui New York ha detto che non è più tollerabile”. Ma anche molte femministe, oltre alla Chiesa cattolica, si sono dette contrarie manifestando il loro disappunto per la riduzione delle donne bisognose di soldi vengono ridotte a “navi commerciali in affitto”. Per l’attivista femminista Gloria Steinem, “Il disegno di legge ignora le disuguaglianze socioeconomiche e razziali dell’industria della maternità surrogata riproduttiva commerciale e pone le donne prive di diritto di voto alla mercé finanziaria ed emotiva di individui più ricchi e privilegiati”.