L’ok della Commissione Giustizia della Camera costituisce un traguardo importante per la proposta di legge sulla maternità surrogata come reato universale. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, illustrando la legge, ha affermato: “Il testo pone l’Italia all’avanguardia nel contrasto a una pratica disumana che mercifica il corpo delle donne e riduce i bambini a oggetti. Disincentivare il turismo procreativo che mortifica il corpo delle donne è una battaglia di civiltà”.
E di utero in affitto ha parlato anche il ministro per la Famiglia Eugenia Roccella intervenendo durante il question time alla Camera: “La posizione del Governo in merito è chiara e di assoluta condanna di ogni forma di surrogazione di maternità, in quanto forma di commercializzazione della genitorialità, lesiva della dignità della donna e dei diritti dei bambini”. Particolarmente soddisfatta del risultato conseguito in Commissione è Carolina Varchi, relatrice del disegno di legge, a cui ora spetta il difficile ruolo di ottenere l’approvazione dell’Aula, prima che la legge passi in Senato per l’approvazione definitiva.
Nonostante l’indubbio successo ottenuto alla Camera con l’approvazione della Commissione Giustizia, fino ad oggi sarebbe stato facile attendersi dalle opposizioni una battaglia dura, durissima. Anche alla luce delle molteplici iniziative con cui finora le diverse opposizioni, divise tra di loro ma sostanzialmente unite su questo punto, hanno cercato di boicottare il dibattito su questo tema, facendone una vera e propria bandiera per la tutela dei diritti individuali. Il diritto ad avere un figlio ad ogni costo e in qualunque modo; il diritto a gestire il proprio utero a proprio piacimento; il diritto ad imporre al proprio figlio qualsiasi tipo di modello genitoriale; il diritto a scegliere per il proprio figlio le caratteristiche considerate vincenti. A tal punto che Elly Schlein, neosegretaria del Pd eletta il 12 marzo 2023, ne ha fatto il centro della sua proposta politica, accentuando gli aspetti radicali ed estremi della linea politica del Pd, nonostante alcuni visibili segni di dissenso all’interno del suo stesso partito.
E se dopo la pesante sconfitta delle ultime amministrative si discute ancora quanto abbiano pesato proprio certi atteggiamenti della Schlein, è arrivato all’improvviso un appello firmato da oltre 500 intellettuali, sindaci e amministratori locali, ex parlamentari, sindacalisti e femministe per dire “no” alla maternità surrogata. Nel manifesto si legge che “la maternità surrogata offende la dignità delle donne e i diritti dei bambini” ed è sostenuta dalla rete No Gpa (Gestazione per altri), attiva dal 2019 e coordinata da Aurelio Mancuso, ex segretario dell’Arcigay. I firmatari chiedono ai parlamentari italiani ed europei di confermare il “divieto assoluto” previsto nella legge 40 sulla procreazione assistita e di lavorare per arrivare al bando. “La Gpa è una pratica intollerabile e va contrastata in ogni ambito”, si legge nel documento.
È una iniziativa che, pur volendo avere un carattere politicamente trasversale, per ora fa presa soprattutto nell’area del centrosinistra. Tra le firme c’è quella di Stefano Lepri e dei cosiddetti cattodem, ma tra i firmatari si notano nomi di ex parlamentari come Goffredo Bettini, Eugenio Comincini, Valeria Fedeli. Ci sono le firme di molti sindaci, ma anche quelli di femministe note come Francesca Izzo e Cristina Comencini. E non mancano le firme di esponenti dell’associazionismo e del volontariato come Elisa Manna della Caritas e Gianni Bottalico delle Acli. Nella mozione si chiede una “discussione aperta” per approfondire un tema che offende la dignità delle donne e i diritti dei bambini.
La mozione arriva a cavallo di due eventi che non possono essere sottovalutati: la pesante sconfitta elettorale della sinistra alle ultime comunali e l’arrivo in Aula della legge Varchi, che dichiara “reato universale” l’utero in affitto e che da sempre il centrodestra ha considerato una battaglia identitaria di grande valore socio-culturale, prima ancora che politico.
La mozione appare come un segnale chiaro e forte inviato in particolare alla segretaria politica del Pd, perché torni su alcune delle sue posizioni più radicali. Ciò che sorprende però è che tra gli attuali firmatari ci siano solo due parlamentari in carica; eppure toccherà ai parlamentari in carica mostrare con i fatti la coerenza tra le affermazioni di principio contenute nella mozione e le azioni concrete con cui si può e si deve sostenere la legge che dichiara reato universale l’utero in affitto. La domanda che è facile porsi a questo punto è molto semplice: quanti dei parlamentari dell’opposizione voteranno la legge Varchi, cercando – se necessario – la mediazione che renda possibile migliorare il testo e farne uno strumento di coesione e di collaborazione a tutela dei diritti della donna e dei bambini.
Nel Pd c’è chi è schierato con la Schlein e vorrà restare nello steccato definito dalla loro leader, che separa rigidamente maggioranza e opposizione per principio come molla identitaria. Ma c’è anche chi invece reclama un maggiore spazio di autonomia e di libertà nel dibattito, soprattutto su temi così politicamente ed eticamente rilevanti. C’è una sinistra in cerca di identità che vuole muoversi lontano da slogan e pregiudizi, stanca di dire sempre no a qualsiasi proposta della maggioranza di Governo, per ritrovare il senso dei suoi valori. Ma c’è anche il timore, però, che questa vasta area di sinistra che si oppone alla Gpa voglia marcare la differenza con il centrodestra, dichiarando un obiettivo analogo, ma sottolineando punti di partenza e invocando strumenti giuridici diversi.
Ed è questa la vera “battaglia” che si presenta nelle prossime settimane. La mozione è chiara: “la maternità surrogata lede i diritti delle donne, perché mercifica e offende la dignità dei bambini e delle bambine”. Ma sapranno i parlamentari che ne condividono l’enorme portata valoriale difenderla anche con il voto o preferiranno fare delle affermazioni di principio, senza assumersene tutta la implicita responsabilità? Prevarrà l’appartenenza al partito, alle attese della sua leader, con ciò che comporta, o i valori affermati da molti esponenti della sinistra con il loro manifesto riuscirà ad aprire una nuova fase controcorrente rispetto a quanto è accaduto finora? D’altra parte, lo stesso manifesto afferma: “È in Parlamento, dove si formano le leggi e si individuano i percorsi normativi, che oltre a confermare la contrarietà alla maternità surrogata e prevedere un maggior controllo sull’applicazione della norma, occorre spingere a livello Ue e Onu per una messa al bando di tale pratica in sede internazionale”. Staremo a vedere…
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