La maternità surrogata è legale: lo stabilisce la Corte europea dei diritti umani in una sentenza che riguarda un caso in Danimarca. La vicenda riguarda, infatti, una donna a cui non è stata riconosciuta dalle autorità danesi la possibilità di adottare i gemelli nati in Ucraina da una madre che era stata pagata per la gestazione. I bambini sono già legalmente figli del marito della donna, essendo il padre biologico, quindi hanno la nazionalità danese. Invece alla donna è stata riconosciuta la custodia congiunta dei piccoli. Ma questo per la Cedu non basta a garantire i diritti dei minori.



Secondo la Corte di Strasburgo la legge danese, vietando l’adozione dei bambini da parte della mamma che ha pagato la maternità surrogata consentendone la nascita, viola il diritto dei minori al rispetto della vita familiare e privata. Non consentendo l’adozione, le autorità della Danimarca impediscono di far riconoscere legalmente il rapporto genitore-figlio. Questo pone i bambini in una posizione giuridica incerta, ad esempio anche per quanto riguarda l’eredità.



CEDU: RISARCIMENTO PER I DUE GEMELLI

La Corte europea dei diritti umani (Cedu), oltre a ribadire che l’interesse dei minori è primario, sostiene che la Danimarca non abbia trovato il giusto equilibrio tra l’interesse della società a limitare gli effetti negativi della maternità surrogata a pagamento e gli interessi dei bambini, nella fattispecie dei gemelli. Di fatto, il governo danese ha la possibilità di contrastare la maternità surrogata a pagamento, ad esempio, con sanzioni penali, senza finire per punire i figli. I giudici della Corte di Strasburgo con 4 voti a favore e 3 contrari hanno anche stabilito che la Danimarca dovrà versare 5mila euro a ognuno dei bambini per i danni morali. La sentenza, come riportato dall’Ansa, diverrà definitiva se le parti non otterranno un nuovo giudizio.

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