Un nuovo studio su maternità surrogata e fecondazione eterologa è stato pubblicato sulla rivista Developmental Psychology, e portato a termine dall’Università di Cambridge. La ricerca è stata basata sullo stabilire le condizioni psicologiche dei bambini nati con queste modalità, e di verificare se il loro benessere mentale fosse lo stesso rispetto ai bambini nati da gravidanza tradizionale. Il risultato è stato che non solo i nati da fecondazione eterologa hanno manifestato un alto livello di benessere, ma che molti di loro risultavano più felici dopo che i genitori gli avevano rivelato come erano stati concepiti.



In pratica lo studio dimostra che, se ai bambini nati da maternità surrogata si spiega da dove vengono, già in età molto piccola, questo contribuisce ad una crescita più sana ed equilibrata mentalmente. Si riduce l’ansia e la preoccupazione rispetto a quelli che invece scoprono le loro origini biologiche più tardi. Gli psicologi dunque hanno concluso che non solo è sempre un bene rivelare ai figli come sono nati, ma è meglio farlo prima possibile, nell’età della scuola materna in modo che il bambino cresca già con la consapevolezza di sapere da dove viene.



Maternità surrogata: “Meglio se conoscono la loro origine”, ma in Italia spesso resta un segreto

Lo studio dell’Università di Cambridge è durato 20 anni, che sono serviti per studiare i vari comportamenti e stati mentali dei bambini nati da maternità surrogata o fecondazione eterologa. Nello specifico sono state confrontate 65 famiglie i cui figli sono stati concepiti in diverse modalità: 22 da maternità surrogata, 17 da donazione di ovuli e 26 da donazione di sperma, con altrettanti bambini nati da normali gravidanze. Gli psicologi hanno spiegato che non sono state evidenziati comportamenti diversi, ma anzi, “se abbiamo notato qualche differenza positiva, è nel gruppo delle famiglie che avevano rivelato subito come i bimbi sono venuti al mondo”.



Alcuni ragazzi hanno anche affermato di setirsi in qualche modo speciali per essere stati concepiti in modalità non tradizionali. Questo studio ha sollevato una questione anche negli psicologi italiani, che commentando i dati sulle pagine di Quotidiano Sanità hanno parlato della situazione dei bambini nati da maternità surrogata nel nostro paese, ai quali invece viene troppo spesso tenuta nascosta la vera origine. Purtroppo, afferma Valentina Berruti, psicoterapeuta della fecondazione assistita presso la clinica GeneraLife di Roma, “In Italia sono ancora troppe le famiglie che hanno il timore di dire ai propri figli che sono nati con queste tecniche. Specialmente i genitori da donazione di gameti hanno paura del giudizio e di come i figli potrebbero essere visti o accolti all’esterno“.