L’INTERO CONGRESSO USA APPROVA LA LEGGE-TUTELA SUI MATRIMONI GAY
Dopo il Senato anche la Camera approva la legge sui matrimoni gay-LGBTQ+ negli Stati Uniti: in questo modo l’intero Congresso Usa adotta una sorta di “tutela” federale sulle nozze arcobaleno per evitare un possibile percorso simile all’aborto per la Corte Suprema americana. Quella stessa Corte che solo nel 2015 – quando la maggioranza interna era a favore del Partito Democratico – aveva riconosciuto a livello federale con una sentenza (la “Obergefell contro Hodges”) che permetteva il matrimonio tra persone dello stesso sesso: dopo il percorso compiuto però sul fronte dell’interruzione di gravidanza, il legislatore americano temeva possibili “blitz” nei prossimi mesi.
E così prima al Senato – grazie al voto decisivo di 12 repubblicani – e oggi anche alla Camera bassa del Congresso si è approvata la legge-tutela definitiva sui matrimoni gay: il “Respect for Marriage Act” è passato con 258 coti a favore e 169 contrari. Tutti i dem hanno votato continuamente per il Sì, seguiti anche da 39 repubblicani: «Penso che questa sia la strada sbagliata da percorrere», ha spiegato il membro della Camera dei Rappresentanti Jim Jordan (GOP), storico collaboratore dell’ex presidente Donald Trump. La speaker della Camera Nancy Pelosi, che si dimetterà a gennaio per effetto dei risultati delle Elezioni MidTerm, si è detta del tutto compiaciuta che «una delle ultime leggi che firmerò protegga queste unioni».
MATRIMONI GAY, CORTE SUPREMA “BLOCCATA” DAL CONGRESSO: ORA MANCA LA FIRMA DI BIDEN
A differenza della precedente legge sancita dalla Corte Suprema, la nuova norma approvata oggi dal Congresso Usa non consente il matrimonio delle coppie dello stesso sesso in quanto tale, ma richiede che i singoli Stati riconoscano tutti i matrimoni come legali e protegge le attuali unioni tra persone LGBTQ+ «anche qualora la decisione di Obergefell venga ribaltata». Ecco perché ai detrattori di questa nuova legge – che attende ora solo la firma del Presidente degli Stati Uniti per entrare definitivamente in funzione (ma è un passaggio puramente formale in quanto Joe Biden si era già detto pronto a ratificarla immediatamente non appena approvata dal Congresso) – è sembrato palese l’intento di Camera e Senato di voler “bloccare” eventuali intenti di critica della Corte Suprema.
Il precedente della scorsa estate con la sentenza che ha ribaltato sul tema dell’aborto la norma del 1973 “Roe vs Wade” ha ‘segnato’ nel Partito Democratico un “vulnus” da non ripetere sui matrimoni gay (anche se, occorre ricordarlo, in merito all’aborto la Corte Suprema ha solamente riconosciuto non essere quello un diritto sancito dalla Costituzione americana rimandando la legislazione ai singoli Stati federali, ndr). La nuova legge “Respect for Marriage Act” vieta anche ai pubblici ufficiali di discriminare le coppie «in base al sesso, alla razza, all’etnia o all’origine, indipendentemente dallo stato in cui lavorano». Alla Camera dei Rappresentanti, pochi minuti prima del voto finale, Pelosi ha reso omaggio a Harvey Milk, il primo consigliere comunale apertamente gay della California, assassinato nel 1978.