Il matrimonio infelice può portare i mariti direttamente alla… tomba: tale responso è il frutto di una ricerca svolta dagli esperti dell’Università di Tel Aviv, i quali hanno analizzato decessi e cause di morte di 10mila uomini israeliani, spalmati su un arco temporale superiore ai trent’anni. Risultato? Coloro che erano insoddisfatti della loro unione coniugale o, comunque, la percepivano come un male, vivendola con disagio, hanno visto crescere la possibilità di dipartita per problemi cerebrovascolari, come ictus o blocco delle arterie, addirittura del 69,2% rispetto a coloro che, al contrario, si dicevano felici delle loro nozze.



Il verdetto di tale indagine è stato pubblicato sulle colonne del “Daily Mail”, noto tabloid d’Oltremanica, che ha inserito anche altri dati statistici nel suo personale computo: prendendo in esame tutte le morti premature tra gli uomini, il loro tasso è stato superiore del 19% fra coloro che si dicevano infelici per via del proprio matrimonio. Ecco dunque come una sana terapia di coppia potrebbe giovare a questi soggetti e consentire loro di individuare con chiarezza la strada da seguire per recuperare felicità, serenità e, soprattutto, per preservare la salute.



MATRIMONIO INFELICE CAUSA DI MORTE FRA GLI UOMINI

Il matrimonio infelice può pertanto essere ritenuto una (con)causa di morte fra gli uomini, come testimonia il lavoro dei ricercatori israeliani, guidati dal dottor Shahar Lev-Ari, il quale ha dichiarato al “Daily Mail”, che tale studio mostra che la qualità del matrimonio e della vita familiare ha implicazioni sulla salute per l’aspettativa di vita. Inoltre, gli uomini che hanno riferito di aver percepito il loro matrimonio come un fallimento sono morti più giovani di quelli che hanno vissuto il loro matrimonio come un grande successo.



Gli studiosi per un periodo pari a 32 anni hanno monitorato la salute e il comportamento di 10mila dipendenti statali israeliani, analizzando i dati raccolti mediante l’utilizzo di vari parametri per identificare i fattori di rischio comportamentali e psicosociali in grado di predire la morte per problematiche a livello cardiovascolare e la morte prematura per qualsiasi altro motivo. Come riporta il tabloid britannico, “durante i 32 anni di follow-up, 5.736 soggetti sono deceduti e 595 sono morti per ictus. I tassi di mortalità per ictus sono stati del 24% per i più felici e del 40,6% per i meno soddisfatti”.