«Servono risposte rapide e concrete sull’uso dei fondi Ue»: è netto e diretto il messaggio dato di persona dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Governo Conte riunito al Quirinale dopo la convocazione “d’urgenza” del Capo dello Stato. Non è abitudine che prima di un Consiglio Europeo – tantomeno se “informale”, come definito ieri dal Premier nella doppia informativa – il Quirinale convochi il Presidente del Consiglio con i Ministri coinvolti per discutere delle prossime scelte in campo europeo. È normale che ci sia una corrispondenza frequente tra Premier e Colle ma con una convocazione così in grande stile e rilanciata sui social stessi del Quirinale, si possono capire diversi aspetti: in primis, l’importanza del momento con l’Italia che si gioca per davvero il futuro economico-sociale, con aiuti europei che saranno fondamentali per non soccombere sotto il peso della più che probabile recessione. Ma forse c’è anche di più: come abbiamo raccontato in questo retroscena, non vi è una particolare “simpatia” dalle parti di Mattarella per il progetto di un Recovery Plan “ritardato” fino a settembre. Gli scontri nel Governo su Mes e piano ripresa non possono ritardare ancora l’azione politica che necessita il Paese in questo momento: se ci si aggiunge l’insofferenza del Colle per gli Stati generali (diversi retroscena riportano di come Mattarella abbia saputo dalla tv della kermesse di Villa Doria Pamphilj, come del resto gran parte del Governo).
IL MESSAGGIO NETTO DEL COLLE
Rilette ora alla luce di queste considerazioni, le parole di Mattarella oggi ai Ministri Di Maio, Gualtieri, Amendola e Fraccaro e ovviamente al Premier Conte acquisiscono ancor maggior peso politico: «Pur nella consapevolezza delle difficoltà residue del negoziato, trapela la soddisfazione perché le iniziali posizioni dell’Italia sugli aiuti ai singoli Paesi sono oggi patrimonio comune in Europa», riporta la nota del Quirinale mostrata da Repubblica. Quelle “risposte rapide e concrete” ribadiscono il concetto già sottolineato da Mattarella prima degli Stati generali: un doppio “monito” che va oltre al pur importante negoziato sul Recovery-Next Generation Eu e sul Mes. Un messaggio diretto al Governo per fare fretta con decisioni «concrete». Ieri nell’informativa al Parlamento il Premier Conte ha detto che non arriverà prima di settembre il Recovery Plan italiano mentre sul Mes ha ribadito che verso metà luglio, prima del Consiglio Ue che dovrà ratificare quello strumento, ci sarà un voto parlamentare.