«Il terrorismo non è riuscito a realizzare l’ambizione di rappresentare una cesura, uno spartiacque nella storia d’Italia. Il disegno cinico — non esente da collegamenti a reti eversive internazionali — di destabilizzare la giovane democrazia è stato isolato e cancellato»: lo ha detto Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella lunga intervista odierna alla Repubblica nel Giorno della Memoria per le vittime del terrorismo e delle stragi.



Il 9 maggio vede un “abbondare” di ricordi e anniversari che incredibilmente tiene “assieme” il Presidente della Dc Aldo Moro ucciso questo stesso giorno del 1978, poche ore dopo la morte di Peppino Impastato (giornalista anti-Mafia, ucciso da Cosa Nostra a Cinisi), la beatificazione oggi scelta dalla Chiesa per il giudice Rosario Livatino (freddato dalla Stidda di Agrigento nel 1999), fino alla nascita nel 9 maggio del 1921 di Sophie Sholl, protagonista della resistenza cattolica anti-nazista e fondatrice della Rosa Bianca (gruppo di giovani che sfidarono Hitler e vennero brutalmente prima traditi da alcuni compagni di università e poi uccisi dal regime). Una giornata da ricordare e per ricordare, come sottolinea il Capo dello Stato rimembrando i cupi Anni di Piombo in Italia: «durante quegli Anni di Piombo è la statura della nostra democrazia, è la Repubblica ad avere prevalso contro l’eversione che aveva nel popolo il proprio nemico».



TERRORISMO: LE OMBRE ANCORA TUTTE DA CHIARIRE

Una costante lotta per la legalità e la verità, contro il potere corrotto delle ideologie, che però non esclude diversi “aloni oscuri” rimasti ancora intatti dopo decine di anni: «ci sono ancora ombre, spazi oscuri, complicità, non pienamente chiarite, l’esigenza di completa verità è molto sentita dai familiari. Ma è anche un’esigenza fondamentale per la Repubblica». Mattarella non li cita direttamente, ma il riferimento alla recentissime catture in Francia di 9 latitanti ex terroristi “rossi” sembra calzante. Poche righe dopo infatti ringrazia il Presidente Macron per il contributo prezioso dello Stato francese nella cattura dei condannati “auto-esiliati” da decenni in Francia, «lo ringrazio, con la sua decisione ha confermato amicizia per l’Italia e manifestato rispetto per la nostra democrazia. Mi auguro che possa avvenire lo stesso per quanti si sono sottratti alla giustizia italiana e vivono la loro latitanza in altri paesi».



«Sono stati anni molto sofferti, in cui la tenuta istituzionale e sociale del nostro Paese, è stata messa a dura prova. Oltre quattrocento le vittime in Italia, di cui circa centosessanta per stragi», ribadisce ancora il Presidente della Repubblica al direttore Molinari, «l’origine? Certamente non dalla contestazione del ’68, al contrario. Le stagioni delle lotte sindacali, come quelle delle manifestazioni studentesche, sviluppatesi alla fine degli anni ’60 del Novecento, hanno rappresentato forti stimoli allo sviluppo di modelli di vita ispirati a maggiore giustizia e coesione sociale». Secondo Mattarella il vero bersaglio durante gli Anni di Piombo era la «giovane democrazia parlamentare, nata con la Costituzione repubblicana, per approdare a una dittatura, privando gli italiani delle libertà conquistate nella lotta di Liberazione. Esattamente il contrario di quanto proclamava il terrorismo rosso, quando parlava di Resistenza tradita». In merito al “terrorismo nero” invece, il Capo dello Stato conclude «è stato spesso strumento, più o meno consapevole, di trame oscure, che avevano l’obiettivo politico di rovesciare l’asse politico del Paese interrompendo il percorso democratico».