Sergio Mattarella, nel giorno in cui l’Italia festeggia la vittoria della Repubblica sulla Monarchia, lancia il monito: lavorare all’estero non dovrebbe essere più una scelta obbligata, bensì volontaria. Il presidente della Repubblica parla della decisione di trasferirsi all’estero come “un’opportunità, specialmente per i giovani” e non come una costrizione. Per questo, la “fuga dei cervelli” che ogni anno porta migliaia di giovani, spesso laureati, all’estero, non dovrebbe rappresentare una costrizione imposta dalla mancanza di opportunità.
Nei videomessaggio rivolto ai connazionali all’estero per il 2 giugno su Rai Italia, Mattarella esordisce così: “Care italiane, cari italiani all’estero: la Repubblica siete anche voi. Il bagaglio di esperienze, umane e professionali maturato in altre realtà, in altri Paesi, valorizza i talenti che vanno all’estero. Talenti, preziosi e apprezzati”. Il presidente si dice consapevole “di come l’incontro, il confronto, il dialogo tra culture, la circolazione di idee e di concezioni diverse, sia lievito per l’avanzamento in tutti i campi. Per questo, secondo il capo della Repubblica, “si tratta di passare dalla fuga dei cervelli, alla circolazione dei talenti, alimentando un circuito, virtuoso, di capacità e di competenze”.
Mattarella: “È responsabilità della Repubblica…”
Nel suo messaggio agli italiani all’estero, Sergio Mattarella apre anche la possibilità di questi di far rientro nel proprio Paese d’origine. Per questo, “è responsabilità della Repubblica far sì che” quando si decida di lasciare l’Italia, “si tratti di una libera scelta”. Impossibile per il presidente non fare riferimento poi all’emigrazione italiana, che “con i drammi e i sacrifici che l’accompagnarono, fu di apporto anche allo sviluppo della madrepatria: favorendo il potenziamento dei commerci e dei collegamenti; accrescendo investimenti, e redditi, con le rimesse degli emigrati; ampliando la visione del mondo; e costituendo un bagagli, impareggiabile di esperienze, e formazione per coloro che scelsero di rientrare”.
Il Capo dello Stato ha più volte affrontato il tema dei giovani che lasciano l’Italia. Lo scorso ottobre aveva parlato di un fenomeno “cresciuto negli ultimi anni nonostante il periodo della pandemia“. A detta del presidente, il flusso non si spiega con la crescente interconnessione globale, “anzitutto perché il saldo tra chi entra e chi esce rimane negativo, con conseguenze evidenti sul calo demografico e con ricadute sulla nostra vita social. In molti casi chi lascia il nostro Paese lo fa per necessità e non per libera scelta, non trovando in Italia una occupazione adeguata al proprio percorso di formazione e di studio”.