La partita sul Quirinale è ufficialmente (ri)aperta: con l’uscita di Sergio Mattarella, i partiti si sono tutti “schierati” dando la plastica sensazione che tra pochi mesi se ne vedranno delle belle dentro e fuori dal Parlamento per il destino del prossimo settennato alla Presidenza della Repubblica. Dopo l’appoggio di Salvini alla possibile candidatura di Mario Draghi, il segretario del Pd Enrico Letta si schiera subito all’opposto e frena «Gennaio è talmente lontano che non sono in grado di dire in questo momento” cosa accadrà in occasione della elezione del presidente della Repubblica».
Quello che è certo, conclude Letta fuori dal Parlamento, «Quello che è certo è che questo governo deve essere fondamentalmente l’esecutivo del delivery, l’esecutivo che consegna. Il concetto essenziale che noi auspichiamo è la continuità di governo». Per il Movimento 5 Stelle ha parlato il Ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà, «Credo che siamo un po’ in anticipo nel parlare del presidente della Repubblica. E’ giusto farlo a novembre-dicembre, ora meglio concentrarsi sulle prossime riforme. Va ringraziato il presidente Mattarella per il grande lavoro che ha fatto in questi 7 anni, soprattutto nell’ultimo periodo ha tenuto unito il nostro Paese, ci ha guidato nei momenti più difficili, come nell’ultimo governo Draghi. Non va tirato per la giacchetta, è una sua scelta».
SI RIAPRE LA PARTITA AL QUIRINALE
Mancano diversi mesi all’elezione del capo dello Stato e Sergio Mattarella ha inviato un messaggio ben preciso: non è disponibile per il bis. Il 12° presidente della Repubblica non ripercorrerà le orme di Giorgio Napolitano e lo ha confermato nel corso di un incontro con degli alunni di una scuola primaria di Roma: «Il capo dello Stato deve conoscere tutti e seguire tutti per poter intervenire con suggerimenti. Ma tra otto mesi il mio mandato termina: io sono vecchio e tra qualche mese potrò riposarmi».
Nel corso del suo intervento, Sergio Mattarella ha spiegato: «Quando mi hanno eletto al Quirinale mi sono preoccupato perché sapevo quanto era impegnativo il compito: ma due cose mi hanno aiutato, ho ottimi collaboratori e il fatto che in Italia, in base alla Costituzione, non c’è un solo organo che decide ma le decisioni sono distribuite tra tanti organi».
SALVINI: “NO A MATTARELLA-BIS, PRONTI A SOSTENERE DRAGHI”
Intervenuto nel corso di un punto stampa al Senato, Matteo Salvini ha chiuso nuovamente la porta all’ipotesi ricandidatura di Mattarella ed ha ribadito il suo sostegno a Mario Draghi. «Siamo a metà maggio, ho testa e cuore al ritorno al lavoro di milioni di italiani: febbraio è lontano, la Lega non ha candidati ed il Quirinale non dovrebbe avere candidati di parte», ha spiegato il segretario federale del Carroccio: «Mi limito a ricordare che se il presidente Draghi ritenesse di proporsi ovviamente avrebbe il nostro convinto sostegno, però da qui a febbraio manca tanto tempo e quindi…». Matteo Salvini ha poi lanciato una frecciatina al Partito Democratico: «A differenza dei dem, che hanno almeno dieci candidati di partito per il Colle, noi aspettiamo il tempo dovuto e se Draghi ritenesse di fare quella scelta avrebbe il nostro convinto sostegno».