Negli ultimi giorni l’infettivologo Matteo Bassetti – anche direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – è tornato ad accendere i riflettori sul millantato boom di infezioni da covid che si è registrato nel nostro bel paese nel corso dell’ultima estate; ma (come ha già fatto anche altre volte) l’intento non è tanto quello di esporre il problema per creare allarmismi come fanno molti suoi colleghi, quanto quello di parlare dei reali problemi sanitari che attanagliano l’Italia.



In un video condiviso su Instagram – per esempio – Matteo Bassetti ha sottolineato che “questa è stata l’estate dell’herpes zoster” che causa il cosiddetto “Fuoco di Sant’Antonio” alla base di “quei bruciori che colpiscono la pelle e danno quelle piccole vesciocole”: in tutta Italia – ma soprattutto nella Liguria in cui quotidianamente lavora l’infettivologo – sono stati migliaia i casi, spesso (per non dire sempre) sottovalutati da medici ed esperti di vario tipo.



Eppure – ricorda Matteo Bassetti nel video che vi lasciamo in calce a questo articolo – “il Fuoco di Sant’Antonio non dà solo un problema oggi” perché complessivamente “dura una settimana, dieci giorni” e origina i problemi “di neurite, cioè un dolore importante a carico dei nervi che può colpire il tronco, la schiena, la regione mammaria e anche la testa” con una serie di “fastidi importanti“; il tutto evitabile grazie ad un “vaccino altamente efficace che si può fare dopo i 50 anni, per molti offerto gratuitamente”.



Matteo Bassetti: “Piantiamola con mascherine e tamponi contro il covid, i problemi sono altri”

Dopo il video condiviso su Instagram, nella giornata di oggi Matteo Bassetti è tornato all’attacco del covid con un post su Twitter (ora chiamato X) in cui si augura che – oltre a “voltare pagina su questo tema” – non assisteremo con il ritorno a scuola “al balletto delle mascherine e alla danza del tampone” che coinvolgerà (loro malgrado) studenti e professori, perché – sempre a suo dire – i reali “problemi sono altri”.

Il primo è sicuramente “il morbillo” sul quale secondo Matteo Bassetti “bisognerebbe fare una informazione diversa e spiegare ai ragazzi l’importanza della prevenzione vaccinale”, oltre a spiegare “come funziona l’immunizzazione già alle elementari”; ma non manca neppure la questione dei rischi associati “alle malattie sessualmente trasmesse” legata ad una certa sensibilizzazione “sull’uso del preservativo”, per non dimenticare l’importanza di trasmettere i valori di un’alimentazione sana andando oltre alla vendita “del cibo spazzatura nei distributori automatici”.