Ospite di Che Tempo che Fa con Fabio Fazio, Matteo Bassetti parla di antibiotico-resistenza, spiegando che nel 2050 potrà essere la prima causa di morte nel mondo: “Nel momento in cui utilizziamo qualunque antibiotico, che sia un antibatterico, un antivirale o un antifungino, il virus, il batterio o il fungo tendono a sviluppare immediatamente una resistenza. È un processo fisiologico, succede dall’inizio, da quando abbiamo iniziato a usare la penicillina fino agli antibiotici più moderni”.
Come spiega l’esperto, “Un conto è utilizzare quell’antibiotico quando serve veramente, perché è chiaro che se uno ha un’infezione batterica non può farne a meno, ma quello che succede purtroppo è che spesso questi antibiotici vengono presi quando uno ha per esempio un’infezione virale dove evidentemente questi antibiotici non funzionano. Questo rende resistenti dei batteri che rimangono nel nostro corpo e che eliminiamo tramite le urine e le feci e finiscono nell’ambiente. Questo crea quel circolo vizioso attraverso il quale i batteri possono tornare a un’altra persona”.
Bassetti: “Stop all’autoprescrizione”
Uno dei grandi problemi dell’antibiotico-resistenza in Italia è l’autoprescrizione. Come spiega Matteo Bassetti a Che Tempo che Fa, “In Italia, più che in altre parti del mondo, c’è tantissima autoprescrizione. Com’è possibile, visto che gli antibiotici devono essere rilasciati solo dietro ricetta? Purtroppo succede comunque. Circa un quarto dell’uso degli antibiotici in Italia avviene in autoprescrizione. Ad esempio, quando viene prescritto l’uso dell’antibiotico per più settimane e se ne avanza un po’, appena si ha la febbre lo si prende in una situazione in cui magari non serve”.
Come sottolinea ancora l’esperto, “Il tempo e la dose vanno rispettati”. Non utilizzare nel modo corretto gli antibiotici vuol dire rafforzare i batteri. Infatti, “La vera globalizzazione che abbiamo visto negli ultimi 30 anni è quella data dai batteri. Le sigle con cui chiamiamo i microorganismi resistenti – che sono kpc, mrsa, sigle che per noi medici sono abbastanza abituali ma che purtroppo lo stanno diventando anche per i pazienti – sono ovunque in tutto il mondo. Non hanno nessun tipo di confine, ormai in 8 ore si passa da una parte all’altra del mondo. I problemi di una parte sono nell’altra. Se non interveniamo subito, avremo potenzialmente 10 milioni di morti all’anno nel 2050 per infezioni da batteri resistenti, che potrebbe diventare la prima causa di morte al mondo. Dobbiamo intervenire urgentemente e tutti noi possiamo fare la nostra parte”.