Matteo Bassetti è stato ospite nella puntata di ieri della trasmissione di La7, Non è l’Arena, condotta da Massimo Giletti. L’ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi di Genova e direttore della Clinica malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha analizzato la situazione coronavirus, sottolineando una disparità di trattamento fra i pazienti con il covid e tutti gli altri. “Qualcuno ha detto ‘Io vorrei avere il Covid’ – le parole di Matteo Bassetti in diretta televisiva – perché così hai un letto immediato in ospedale e assistenza intensiva. Questa è la realtà dei fatti – prosegue – oggi noi siamo di fronte a malati di Serie A, cioè quelli che hanno il Covid, e i malati di Serie B, che sono gli altri di cui nessuno si preoccupa. Non possiamo ripetere questo errore: non possiamo più permetterci di bloccare le liste d’attesa e di stoppare degli esami. Questo fa parte della convivenza con il virus”.



MATTEO BASSETTI: “NON FACCIAMO TERRORISMO”

Matteo Bassetti ha parlato anche dell’aumento dei contagi degli ultimi giorni, sopra quota 2000: “Indubbiamente – commenta – i numeri crescono ed è evidente che nel momento i cui si fanno 120mila tamponi ci si aspetta un numero più elevato di contagiati. La percentuale dei positivi sul numero dei tamponi fatti è cresciuta, ma siamo al 2,5% e siamo stati nel mese di agosto spesso intorno al 2%. Sicuramente è una situazione da tenere sotto controllo ma non bisogna fare panico”. Resta comunque il fatto che la situazione covid-attuale sia completamente diversa rispetto a quella di marzo-aprile, di inizio pandemia: “Non possiamo dire alle persone – ha proseguito Matteo Bassetti – che la situazione è tornata quella di marzo-aprile”. Completamente diversa è infatti la situazione negli ospedali: “Dobbiamo guardare al numero dei ricoveri in terapia intensiva che ad oggi è intorno ai 300, il punto più basso toccato è stato di 50 ai primi di agosto. Questo vuol dire che in due mesi e mezzo i numeri sono cresciuti di 250 unità, quindi non credo che ci sia da fare terrorismo. C’è da affrontare il problema”.

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