Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale policlinico “San Martino” di Genova, è intervenuto ai microfoni della trasmissione di La 7 “L’Aria che Tira” per dire la sua sulla questione Green Pass, strumento con il quale, negli ultimi giorni, l’esperto si è detto non d’accordo: “Il risultato dev’essere più Green Pass, più vaccini, non più Green Pass, più tamponi. Abbiamo introdotto questo meccanismo per fare diventare l’Italia un tamponificio? Ci sono le prenotazioni nelle farmacie sino a gennaio!”.



L’infettivologo ha poi rimarcato che chi si tampona oggi e tra tre giorni si reca al lavoro, presenta un rischio assolutamente uguale di contrarre il virus rispetto a chi il tampone non lo fa. La soluzione quale può essere, dunque? “Deve rimanere il Green Pass per le attività ludiche e occorre introdurre l’obbligo vaccinale per molti lavori: chi lavora al pubblico impiego, chi fa il poliziotto, chi guida l’autobus, chi lavora al supermercato, negli ospedali o nelle carceri deve essere vaccinato. Solo così possiamo uscirne”.



MATTEO BASSETTI: “SE ARRIVEREMO AL 90% DI VACCINATI, DOVREMO SAPERE ALLEGGERIRE LE RESTRIZIONI”

Nel prosieguo del suo intervento a “L’Aria che Tira”, Matteo Bassetti ha precisato che “se riusciremo a guadagnare un altro 5% di vaccinati, arrivando così a toccare quota 90%, dovremo sapere alleggerire tutte le misure restrittive e tornare alla vita di prima. I non vaccinati, a quel punto, si proteggeranno con le mascherine”.

Reazione di rabbia, poi, alla domanda di un portuale di Genova in protesta, che gli ha domandato se il vaccinato e il non vaccinato abbiano la stessa possibilità di veicolare il virus: “Basta, mi sono stufato di sentire questa domanda. L’abbiamo detto in tutti i modi, l’abbiamo detto mille volte. Ci si vaccina non per non contagiare gli altri, ma per non morire. Se non si è compreso questo messaggio, allora non abbiamo capito niente della pandemia di Coronavirus”.