Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive del policlinico “San Martino” di Genova, è intervenuto nel pomeriggio di oggi, mercoledì 3 novembre 2021, ai microfoni di “Trends&Celebrities”, trasmissione di Rtl 102.5 News condotta da Francesco Fredella e Simone Palmieri. Il professore ha esordito dicendo che “la vaccinazione eterologa anche per il siero monodose di Johnson&Johnson rappresenta una scelta corretta da un punto di vista scientifico. La risposta, infatti, sembra addirittura migliore e sei mesi di distanza tra le due dosi mi pare essere una buona tempistica”.



Dopo un paio di mesi, infatti, “iniziano a decrescere gli anticorpi, ma non significa che spariscano del tutto. Con questa dose booster si dovrebbe riuscire a coprire un periodo di tempo maggiore, magari un anno, e a difendere gli italiani dalle varianti”. Peraltro Bassetti ha sottolineato di essere stato uno dei primari più giovani in Italia, dal momento che ha mosso i suoi primi passi al “San Martino” nel 2001 e dopo dieci anni ha avuto la possibilità di primariato a Udine, dove è rimasto fino al 2019, per poi fare ritorno all’ombra della Lanterna. Qualcuno l’ha definito un influencer sui social e lui, di fronte a questa affermazione, sorride: “Qualcuno ritiene che quello dell’influencer sia un mestiere negativo, ma io penso che possa essere interessante se si utilizza questo ruolo per fare informazione corretta, soprattutto sui social, dove girano rapidamente notizie false”.



MATTEO BASSETTI: “MIO PADRE DANTE NON MI HA RACCOMANDATO”

A Rtl 102.5 News, Bassetti ha spiegato che dopo le minacce ricevute dai no vax la sua vita è cambiata: “Ho paura quando esco di casa, soprattutto per mia moglie e i miei figli. La minaccia e l’insulto, soprattutto quando sono fatti dietro lettera o telefonata anonima o dietro una tastiera sono sempre vili e meschini. Io non arretro di un centimetro, continuo a girare con la mia auto, ma ho una vigilanza della polizia che sorveglia”. La paura è un sentimento che Matteo Bassetti ha provato anche quando sono arrivati nel suo reparto i primi casi di Coronavirus, perché in quel momento non c’erano cure e il virus non si conosceva. Nonostante questo spaesamento, l’esperto ha rivelato di avere trattenuto questa emozione nel proprio animo e di non aver mai vissuto un giorno di agitazione con i suoi collaboratori, tutti impegnati a lottare per salvare i pazienti.



Ma nel futuro di Bassetti cosa c’è? “Continuerò a fare il medico e il professore universitario, insegnando a studenti e specializzandi questo bellissimo mestiere. Se ci saranno opportunità per mettersi al servizio di cose anche più grandi, lo vedremo. Sono felice del mio lavoro, compresa questa parte di dialogo con la gente. Noi professori universitari abbiamo l’obiettivo della terza missione, ossia quello di parlare alla gente attraverso i mezzi di massa”. Condurre un programma in tv? “Sarebbe importante riuscire a fare quello che il grande Piero Angela ha fatto per il sapere. C’è tantissima ignoranza, abbiamo bisogno di dire alla gente cose con valenza scientifica”. Infine, un ricordo del padre Dante: “Mio figlio porta il suo nome. Qualcuno ha insinuato che io sia stato raccomandato da lui. Ricordo a queste persone cattive che purtroppo mio papà è morto nel 2005, quindi la mia carriera è tutta successiva. Lo ringrazio per i buoni geni che mi ha trasmesso e per avermi insegnato a studiare. Mio padre è morto nella stanza numero 24 della clinica che io dirigo”.