Nella diretta odierna, la trasmissione Mattino 5 ha interpellato l’infettivologo Matteo Bassetti per parlare approfonditamente della misteriosa malattia che da giorni sta circolando massivamente in Congo causando centinaia di contagi e decine di decessi nella completa incertezza della comunità medica locale che non ha nessuna idea delle cause o della natura della violenta infezione: attualmente l’OMS ha inviato sul territorio congolese una task force di esperti che nei prossimi giorni dovrebbe – in seguito alle necessarie e già avviate analisi – giungere ad una risposta certa sulla misteriosa malattia.



Nel frattempo, dopo le prime informazioni sulla malattia congolese, si è parlato anche di un presunto caso in quel di Lucca con un paziente che – spiega una dottoressa a Mattino 5 – “proveniva dalla capitale del Congo con un quadro di febbre, mal di testa e anemia” che venne inizialmente dimesso dall’ospedale con una semplice cura antibiotica e un quadro clinico in progressivo miglioramento, salvo richiamarlo per accertarne le condizioni di salute e per prelevare un campione del suo sangue da inviare ai laboratori di analisi subito dopo la diffusione delle notizie sulla piccola epidemia congolese.



Matteo Bassetti: “La malattia del Congo potrebbe essere nuova, ma il rischio di diffusione globale è molto basso”

In trasmissione, l’infettivologo Matteo Bassetti ci ha tenuto a mettere fin da subito in chiaro che “le informazioni sono purtroppo un po’ confuse perché l’area colpita da questa infezione è a quasi due giorni di distanza dalla capitale, vicina all’Angola e il problema sembra risalire ad oltre un mese fa”: in quell’occasione – infatti – “si sono iniziate a vedere persone giovani con febbre, problemi respiratori e anemia, che tuttavia – precisa l’infettivologo – in un’area molto povera come quella del Congo può essere legata alla malnutrizione o ad altre malattie”, precisando peraltro che “le malattie infettive che hanno questi sintomi sono circa il 95% di quelle conosciute“.



Ragionando sulla misteriosa malattia, Matteo Bassetti ha chiarito anche che “stiamo parlando del dato di un paese che purtroppo dal punto di vista sociale, economico e anche sanitario non è molto attrezzato” e per quanto faccia “certamente paura vedere i bambini morire per una malattia infettiva” non è il caso di correre dietro agli allarmismi anche perché “nel frattempo l’OMS è al lavoro per isolare l’agente eziologico e solo ieri sera ha fatto un primo report in cui ha detto che non si sa ancora nulla“.

Dal conto suo Matteo Bassetti ipotizza che “per le lentezza ad arrivare ad una soluzione si potrebbe trattare di una malattia nuova perché se fosse vecchia con le prime indagini l’avrebbero individuata immediatamente, oppure anche dell’evoluzione di una malattia già nota”; ma d’altra parte – rifacendosi sempre al parare dell’OMS – chiarisce anche che “il rischio per la diffusione globale è molto basso” mentre “c’è un rischio alto per il Congo dove si sono originate la maggior parte delle malattie infettive degli ultimi 30/40 anni, dall’ebola in giù. Escludo – conclude – che il caso di Lucca sia di questa malattia perché da quanto ho letto il paziente si trovava a 700 km di distanza dall’epicentro” ragione per cui lui invita a tutti ad “evitare di allarmare la popolazione” prima di avere qualsiasi certezza.