Servirebbe il lockdown solo per i non vaccinati. Ne è convinto il professor Matteo Bassetti, primario di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, che intervistato quest’oggi dai microfoni de La Stampa, ribadisce quanto sia necessario adottare misure nei confronti del popolo no vax: «Il problema è che la loro libertà cozza con quella di tutti e con il sistema sanitario. Se i non vaccinati fossero 30 milioni anziché 7 avremmo la stessa situazione dell’anno scorso, gli ospedali pieni e le chiusure. Per questo io sarei per l’obbligo vaccinale e per stringere sul Green Pass per tenere i non vaccinati fuori dai luoghi di divertimento».
Il camice bianco genovese ribadisce quindi quanto sarebbe importante imporre l’obbligo vaccinale, e nel contempo, la sua contrarierà al green pass, così come già spiegato più volte in passato: «L’ Italia è diventata un tamponificio. È venuto il momento di dare una stretta al Green pass, togliendo la possibilità dei tamponi per accedere a ristoranti, bar, teatri, cinema e stadi. Lo stesso si potrebbe fare per i luoghi di lavoro, ma limitando il certificato ai mestieri a contatto col pubblico per cui metterei l’obbligo vaccinale».
BASSETTI: “USCITA DI SPERANZA? COME GRIDARE AL LUPP AL LUPO”
Sulla possibile proroga dello stato di emergenza (si parla di marzo 2022 con annesso green pass fino all’estate che verrà), «La sua uscita mi pare infelice (riferendosi alle parole di ieri del ministro Speranza ndr), affrettata e ingenerosa nei confronti del lavoro del generale Figliuolo. Mi pare un gridare “Al lupo, al lupo”, mentre i dati italiani sono i migliori d’Europa».
E ancora: «Il contagio con la variante Delta è un attimo. Bisogna arrivare almeno al 90 per cento di over 12 vaccinati, poi potremo chiedere al restante 10 di mettersi le mascherine e stare attenti». Infine, sulle persone scettiche che Bassetti ha convinto a vaccinarsi: «Il tasto che funziona è spiegare che non è un vaccino sperimentale e che non ha effetti a lungo termine, perché nessun vaccino li ha mai avuti. E poi che non ci si contagia lo stesso, perché i dati Iss dicono che nel 76 per cento dei casi non succede, oltre a evitare ospedalizzazione e morte».