«Non sono l’unico, anche Pregliasco ha ricevuto minacce simili, come altri colleghi. Probabilmente il fatto di avere avuto più visibilità è un modo per queste persone di fare arrivare la loro protesta in tv»: così Matteo Bassetti a Cartabianca sulle minacce di morte ricevute dai no vax. L’infettivologo ha evidenziato poco dopo: «Credo che sia arrivato il momento in cui questa minoranza non abbia più voce: quando la protesta sfocia nella violenza e nella minaccia di morte sarebbe bene non dargli una cassa di risonanza».



Nelle ultime settimane sembra essersi “incrinato” il rapporto tra Matteo Bassetti e il Centrodestra, che un tempo citava l’esperto come punto di riferimento. Questa l’analisi dell’infettivologo: «Non credo di essere considerato un traditore, io sono sempre stato dalla parte della scienza, che non è né di Destra né di Sinistra. A me interessa non essere un traditore della medicina e della scienza, del resto mi importa poco».



MATTEO BASSETTI: “VACCINO È COME LA BANDIERA ITALIANA”

Nel corso del suo intervento, Matteo Bassetti ha messo in risalto un dettaglio sul mondo no vax: «Bisogna parlare con i dubbiosi, è nostro dovere convincerli. I violenti devono sentire solo la voce di magistratura e istituzioni, devono essere processati e bisogna fare vedere che lo Stato c’è. È un sistema organizzato e finanziato, è un’organizzazione criminale. Il problema dei vaccini è un pretesto, devono dire no a qualche cosa, loro non sanno neanche di cosa stiamo parlando: sono argomentazioni lontane dalla realtà, è difficile anche interloquire»



«Chi dice no al vaccino, dice no alla possibilità di tornare alla vita, dice di no al progresso», ha sottolineato Matteo Bassetti, che ha poi invocato una presa di posizione netta da parte della politica: «Una certa parte politica non ha messo una parola definitiva sui vaccini. Il vaccino è come la bandiera italiana, non è né di Destra né di Sinistra, è di tutti. Ogni forza politica deve spendere una parola per i vaccini. Essere dubbiosi vuol dire mettere in difficoltà il Paese. Essere un giorno pro vax e il giorno dopo no vax è un errore clamoroso anche di tipo politico».