Il corpo di Matteo Bernasconi, la guida alpina comasca molto conosciuta nell’ambiente, è stato recuperato nel primo pomeriggio di oggi, come riferisce Adnkronos. Il 38enne era stato travolto ieri da una valanga nel Canale della Malgina, Pizzo del Diavolo, in Valtellina e solo in serata era stato lanciato l’allarme. Per l’uomo però non c’è stato niente da fare. Il ritrovamento dell’auto di Bernasconi all’imbocco della valle ha permesso di concentrare le ricerche che hanno poi portato all’identificazione ed al recupero della salma. “Siamo devastati. Non si poteva non volergli bene, era il sorriso fatto ragazzo”, ha commentato l’ex presidente dei Ragni Fabio Palma, come riferisce LeccoNotizie.com. Palma era molto legato al 38enne ed ancora adesso dimostra tutta la sua incredulità di fronte alla notizia della tragedia: “Ci eravamo sentiti proprio tre giorni fa, era molto preoccupato per il suo lavoro di Guida Alpina ed era davvero stanco di stare fermo a causa dell’emergenza sanitaria. Di certo era il più prudente di tutti, è tornato indietro un sacco di volte, era una Guida Alpina strepitosa perché univa prudenza e bravura”, ha commentato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LASCIA MOGLIE E 2 FIGLI

E’ morto nelle scorse ore Matteo Bernasconi, 38enne alpinista italiano. Dopo l’allarme giunto nella serata di ieri, quando si erano perse sue notizie, stamane è giunta la tremenda nuova, come un pugno nello stomaco: lo scalatore lombardo, nato a Como, è stato travolto da una valanga nelle sue montagne, in una vallata alpina fra Ponte in Valtellina e Chiuro. Il corpo senza vita è stato rinvenuto poco prima di mezzanotte di ieri da parte del Soccorso Alpino con la collaborazione dei militari del Sagf. Bernasconi faceva parte dei Ragni di Lecco, ed è stato proprio il sito degli stessi a darne notizia: “Ieri il nostro grande Berna (Matteo Bernasconi) ci ha lasciati – l’annuncio su ragnilecco.com – in questo momento non abbiamo parole per esprimere il nostro cordoglio. Possiamo solo stringerci in un grande abbraccio alla sua famiglia e a tutti gli amici che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di legarsi con lui in montagna“. Quindi i suoi colleghi l’hanno salutato con un “ciao Berna”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MATTEO BERNASCONI È MORTO, ALPINISTA 38ENNE TRAVOLTO DA UNA VALANGA IN VALTELLINA

Il mondo dell’alpinismo italiano è stato scosso in queste ore da una notizia drammatica, che coincide con la prematura scomparsa di Matteo Bernasconi, 38 anni, deceduto durante un’escursione in solitaria lungo il Canale della Malgina, in Valtellina. L’annuncio è stato dato dal portale lecconotizie.it, secondo cui l’alpinista sarebbe stato travolto da una valanga che non gli ha lasciato scampo. Le ricerche sono scattate nella serata di martedì 12 maggio 2020 e il cadavere dello scalatore è stato individuato dagli uomini del soccorso alpino alle 2 della nottata appena mandata in archivio (il recupero avverrà in queste ore). Il giovane era nato nel 1982 a Como ed era da tutti soprannominato “il Berna”, appellativo che l’ha accompagnato per tutta la sua esistenza, inclusa l’ampia parentesi trascorsa tra le fila dei “Ragni della Grignetta”, dove ha fatto il suo ingresso nel 2003. Successivamente, divenne aspirante guida alpina (2009) e, due anni più tardi, guida alpina, coronando così il suo sogno di vita.



MATTEO BERNASCONI È MORTO: LASCIA UNA FIGLIA E LA COMPAGNA

Come riferisce il sito lecconotizie.it, Matteo Bernasconi nel 2008 si era reso protagonista, insieme all’amico Fabio Salini, della settima ripetizione assoluta e, contemporaneamente, della prima ripetizione italiana della celebre via dei Ragni, aperta nel lontano 1974 sul versante occidentale del Cerro Torre. Nel corso della sua carriera ha fatto più volte ritorno in Patagonia e ha affinato la sua intesa con Matteo Della Bordella, l’attuale presidente dei Ragni della Grignetta: la loro ultima spedizione insieme risale a pochi mesi fa, più precisamente tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, con, al seguito, Matteo Pasquetto, altro appassionato di alpinismo. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una simile tragedia, aggravata dagli affetti che Bernasconi lascia sulla terra; a piangerlo, infatti, sono la sua bambina e la sua compagna. Pioggia di messaggi tristi e di saluto sul suo profilo Facebook. Fra i tanti, abbiamo scelto questo: “Saremo per sempre lì tutti insieme… Sotto quella pioggia… Quelle pareti… Scalando… Ridendo a crepapelle… Mangiando e bevendo birra… Ciao, Berna”.