New York è idealmente ai suoi piedi e pure uno come Rafa Nadal ha lodato il suo percorso agli US Open, anzi dicendosi affatto stupito delle imprese dell’azzurro approdato ai quarti del torneo ATP: dopo la vittoria schiacciante su Andrey Rublev negli ottavi, tutti i riflettori sono puntati sul giovane Matteo Berrettini che non solo si appresta a giocarsi contro Gael Monfils il pass per una semifinale che per lui sarebbe epica e che potrebbe vederlo tra i “superstiti” del torneo assieme allo stesso Nadal e Federr, ma lo vede schizzare in alto nel ranking. E non solo: infatti l’approdo ai quarti di finale negli Us Open è una impresa che non riusciva a un tennista azzurro da ben 42 anni quando ancora il torneo non si svolgeva in quel di Flushing Meadows ma sull’erba (e non il cemento…) di Forest Hills, quando Corrado Barazzutti fece faville nel 1977. Un’altra epoca certo, ma che dà l’idea dello straordinario percorso di Berrettini che si è detto “orgoglioso” di quanto fatto finora, ringraziando la sua famiglia e il team che lo segue e spiegando anche che per battere il prossimo avversario dovrà sfoggiare il suo tennis migliore e salire di un altro step. (agg. di R. G. Flore)



L’IMPRESA 42 ANNI DOPO BARAZZUTTI

Sta vivendo un sogno Matteo Berrettini, il 23enne tennista italiano che negli ultimo giorni pare aver stregato il pubblico americano degli US Open e che, dopo aver regolato agli ottavi del prestigioso torneo ATP il russo Rublev, pare non voglia smettere di coltivare proprio quel sogno. “Non mi fermo proprio qui” ha detto il talento azzurro che ha ricevuto nelle ultime ore pure i commenti di un mostro sacro del calibro di Rafa Nadal, fresco di conquista del pass per i quarti dopo aver dato spettacolo contro Marin Cilic. “Contro Gael Monfils non cambierò il mio tennis: devo giocare al meglio per vincere” ha detto ai microfoni Berrettini che riporta il tricolore ai quarti dello Us Open ben 42 anni dopo la piccola impresa di Corrado Barazzutti. Intanto, in attesa della sfida che potrebbe valere una storica semifinale, il 23enne è già certo dell’ingresso della top 20 del tennis mondiale dato che al momento sarebbe già 17esimo nel ranking e con la concreta possibilità di scalare altre posizioni… (agg. di R. G. Flore)



L’ENDORSEMENT DI NADAL PER BERRETTINI

Gli Stati Uniti sono in delirio per Matteo Berrettini, i siti specializzati di tennis titolano “Forza Matteo” un po’ dovunque e l’effetto novità comincia a svanire per questo giovane azzurro che sta incantando praticamente su tutte le superfici in questo 2019. Non ci sono precedenti tra Monfils e lui ma di certo il “timore” numero 1 per Berrettini sarà il “furore” per un’occasione storica che potrebbe concretizzarsi, ovvero raggiungere le semifinali non avendo di fronte un top ten ma un “ex prodigio” come il 32enne maestro dei colpi spettacolari. Intanto, tra un complimento e un “basso profilo”, avrà fatto certamente piacere al tennista azzurro l’endorsement giunto da Rafael Nadal, anche lui ai quarti di finale dopo aver demolito Marin Cilic «Sta giocando bene tutto l’anno su tutte le superfici. Si è infortunato sulla terra dopo Wimbledon, non ha giocato Montreal e a Cincinnati è arrivato senza tante partite nelle gambe. Forse Rublev era il favorito perchè aveva giocato molto bene finora ma Berrettini sta avendo una grande annata e non è una sorpresa». (agg. di Niccolò Magnani)



“CON MONFILS SARÀ GRANDE SFIDA”

Matteo Berrettini pensa al prossimo avversario, quel Gael Monfils che non sarà affatto facile da battere: “L’ho visto giocare da quando ero molto giovane – le parole dell’atleta italiano riportate dall’edizione online di Repubblica – è prima di tutto un atleta, poi un tennista. È incredibile il modo in cui si muove in campo, in cui salta. Potrebbe essere un grande piacere giocare contro di lui. Devo giocare il mio tennis migliore per vincere. Normalmente, comunque, io non adatto il mio tennis ai miei avversari. Penso prima a me, al mio servizio, al mio dritto, poi penso all’avversario”. Berrettini che torna anche a parlare della storica vittoria sul russo Rublev agli ottavi: “È stato molto utile potermi riscaldare al mattino su questo campo. Pensate che appena arrivato alle 10 c’era la musica talmente alta che sembrava di stare ad un concerto, non riuscivo a sentire nemmeno il rumore della palla. Ma mi sono detto: ok Matteo, ti ci devi abituare. Oltre al rumore c’era anche un’umidità incredibile durante il match, ero sudatissimo. Credo che il tetto influisca molto su questo aspetto”. Appuntamento con la storia a domani. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MATTEO BERRETTINI AI QUARTI US OPEN: “NON MI FERMO”

«Sono orgoglioso di me stesso e del mio team. Arrivavo da un infortunio quindi non mi aspettavo di essere ai quarti. Non avevo mai vinto un match prima d’ora nel tabellone principale di questo torneo. Un po’ inaspettato ma sono veramente felice. Non intendo fermarmi qui»: Matteo Berrettini non sta più nella pelle a fine match contro Rublev che consegna all’Italia un nuovo sogno nel tennis dopo Wimbledon e sempre con lo stesso protagonista. Quello che stupisce di Berrettini è l’adattabilità a tutti i terreni, elemento che manca all’Italia da tempo immemore: mandati ko Zverev sulla terra rossa, vittoria a Stoccarda sull’erba e ora quarti agli Us Open di cemento. «Mia superficie preferita? Difficile da dire: Prima di questo torneo dicevo erba e terra. Prima della stagione su erba dicevo terra. Ora tutte le superfici. E’ un percorso iniziato 3-4 anni fa col mio allenatore. Ero abituato a giocare tanto sulla terra, ma il mio coach mi ha detto, ‘Ok, dobbiamo migliorare sulle superfici veloci’». Ora Monfils, ma le armi sono già affilate: «E’ un atleta prima di essere un tennista. Salta e si muove in maniera pazzesca. Userò le mie armi perchè di solito non penso agli altri ma a me stesso, al mio servizio e al mio dritto». (agg. di Niccolò Magnani)

SOGNO ITALIA AGLI US OPEN

Un Matteo Berrettini da sogno conquista l’accesso ai quarti di finale degli Us Open 2019 strapazzando Rublev e si regala l’opportunità di sfidare Gael Monfils per un posto tra i migliori 4 giocatori a Flushing Meadows. Era da 42 anni che un tennista italiano non si rendeva capace di una simile impresa. Berrettini c’è riuscito coronando così la migliore stagione della sua carriera, quella in cui è riuscito a mettere a frutto i miglioramenti tattici, tecnici e mentali che gli hanno consentito di raggiungere il suo best ranking (e la stagione non è finita). Lo ha fatto con la naturalezza del campione: vincendo in scioltezza i primi due set e senza scomporsi sul finire del terzo set, quando dopo aver servito sul 6-5 subendo il break c’era il rischio di entrare in un tunnel pericoloso e di rimettere in carreggiata Rublev. Il tennista russo ha alzato il livello quando si è visto alle corde ma Berrettini ha legittimato il successo giocando un tie break spettacolare, in linea con il suo percorso nel torneo finora.

MATTEO BERRETTINI, BEST RANKING PER LUI

E adesso? E’ questa la domanda che tutti si pongono in relazione a Matteo Berrettini: dove può arrivare nel torneo? Il quarto di finale contro Monfils è ostico, complicato, ma non impossibile. Certo il francese sta vivendo la stagione della sua rinascita e dopo aver stritolato Andujar potrà anche godere di energie fisiche e nervose aggiuntive dopo la partita maratona contro Shapovalov. Ma la sensazione è che l’azzurro disponga delle armi per dire la sua anche contro il francese, storicamente protagonista di alti e bassi. Con questo storico risultato Berrettini si è già regalato il suo best ranking: se dovesse uscire dal torneo contro Monfils sarebbe numero 17 al mondo, con 8 posizioni conquistate rispetto all’inizio degli Us Open. Ma sognare in questo momento è lecito, quasi un atto dovuto. Con un Berrettini così…