Matteo Bocelli è il figlio 22enne di Andrea Bocelli, tenore di fama internazionale a cui deve almeno parte del suo successo attuale. Un grazie, infatti, spetta anche a suo padre, da cui ha ereditato la voce meravigliosa e buona parte del suo pubblico. Non è stato difficile, per Matteo, affermarsi come cantante. Di recente ha firmato un contratto con Capitol Records, l’etichetta americana che ha prodotto Paul McCartney, Katy Perry e Norah Jones. Tra gli altri, nei suoi studi, hanno registrato anche Frank Sinatra, Sam Smith, Muse e Imagine Dragons. In Italia, Bocelli jr. è legato alla Sugar, la stessa casa discografica che ha prodotto l’ultimo album del celebre tenore. Matteo sta seguendo le orme del papà in tutto e per tutto. Oltre a vantare lo stesso fascino e la stessa attitudine, Bocelli è anche la fotocopia del padre, che esteticamente gli somiglia molto. Il grande pubblico ha avuto modo di costatarlo nel febbraio scorso, quando entrambi sono stati ospiti al Festival di Sanremo.
Matteo Bocelli e l’emozione di cantare con il padre
In un’intervista a Recensiamomusica, Matteo Bocelli ha parlato ampiamente dei suoi progetti per il futuro. Non si aspettava di vivere un’avventura del genere così, di punto in bianco: “Sono un semplice studente del conservatorio di Lucca, mi hanno catapultato improvvisamente nella musica, un mondo che amo moltissimo. Da allievo mi sono ritrovato all’interno di un progetto così grande, interpretando una canzone splendida come Fall on Me“. Tanta l’emozione nel cantare con il proprio “babbo”: “Inizialmente provavo imbarazzo a cantare davanti a lui perché ero timido, mi veniva naturale solo con mia mamma, mentre adesso la paura mi è passata, tant’è che mi sento completamente a mio agio”. La canzone, la “loro” canzone, l’ha colpito immediatamente: “L’amore deve essere a prima vista, la stessa cosa è accaduta con questo pezzo, abbiamo pensato subito che fosse un brano adatto per realizzarne un duetto e così è stato”.
Gli inizi di Matteo Bocelli
Matteo Bocelli, neanche a dirlo, da grande vuole fare il cantante. Il suo miglior maestro è stato proprio papà Andrea: “Da bambino, all’età di sei anni, il mio babbo mi suggerì di cominciare a studiare pianoforte, una sorta di imposizione: un inizio un po’ imboccato per cui non smetterò mai di ringraziarlo. In principio è stato lui a spingermi a provare, mentre con il passare del tempo mi sono appassionato e completamente abbandonato alla musica che è diventata, di fatto, la compagna della mia vita. Un enorme piacere e un sollievo senza il quale, oggi, mi sentirei male”. Nonostante ciò, il suo “cantante preferito” è un altro: Ed Sheeran. “Incontrarlo è stato un altro piccolo sogno che ho avuto la fortuna di realizzare, anche lui è presente in un duetto nel disco Sì, ma ancora non riesco a crederci. Di Ed Sheeran mi piace l’approccio che ha con il pubblico, bastano la sua voce e una chitarra per catalizzare l’attenzione e regalare emozioni”.