Ergastolo per Matteo Cagnoni. È stata confermata la pena del giudizio di primo grado per l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri a bastonate il 16 settembre 2016 nella villa di famiglia a Ravenna. L’intero impianto della sentenza di primo grado è stato confermato, anche le aggravanti. Ma la Corte di appello di Bologna ha confermato anche le provvisionali per i genitori della vittima, per il fratello e i tre figli della donna, per un totale di 4 milioni e 200mila euro. Cagnoni dovrà risarcire anche le parti civili: il Comune di Ravenna, l’Udi, Linea Rosa e Dalla parte dei minori, proprio come era stato stabilito in primo grado. Ieri mattina avevano parlato gli avvocati Giovanni Scudellari, che assiste la famiglia di Giulia Ballestri, e Gabriele Bordoni, difensore del dermatologo. Quest’ultimo aveva chiesto una perizia psichiatrica per il proprio cliente. La richiesta è stata respinta ed è stata accolta la tesi del procuratore generale Gianluca Chiapponi confermando la sentenza del giugno 2018.
OMICIDIO GIULIA BALLESTRI, CONFERMATO ERGASTOLO PER MATTEO CAGNONI
Una settimana prima del processo d’appello, l’ex dermatologo si è giocato di nuovo la carta dei domiciliari, ma scegliendo come destinazione una struttura di cura, Villa Azzurra, sulle colline di Brisighella. Questo perché le sue condizioni psicofisiche si sono aggravate e quindi non sarebbe stato in grado di difendersi adeguatamente. Si è parlato di uno stato di decadimento grave e crescente, di un incremento dell’uso degli psicofarmaci, di disturbi psichici e nevrosi che si manifestano in maniera più frequente. Ma è stata anche rifiutata la richiesta di domiciliari in clinica di Matteo Cagnoni, quindi ora gli resta solo il ricorso in Cassazione come ultima carta. La famiglia di Giulia Ballestri ha commentato con soddisfazione la sentenza della Corte di appello di Bologna. «Le cose sono andate come dovevano andare», ha dichiarato l’avvocato Giovanni Scudellari, che assiste la famiglia della vittima come parte civile. «Ogni sentenza è uno strazio perché si riapre una ferita», ha aggiunto. Ma la famiglia della Ballestri è consapevole che la battaglia legale non è ancora finita. «È soltanto il secondo grado, aspettiamo la sentenza definitiva».