Come dicevamo, Matteo Cambi il 12 luglio 2008 viene arrestato con l’accusa di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, illecite ripartizioni degli utili e riserve sociali, indebita restituzione dei conferimenti, infedeltà patrimoniale, dichiarazione fraudolenta e infedele: «Ho capito dove ero dopo due giorni, ci ho messo due giorni per realizzare tutto. Mi ricordo l’arresto in maniera molto forte, è un’emozione che resta come un lutto: la privazione della libertà è molto forte. Non sapevo che stavano per arrestarmi». Cambi ha spiegato: «Quasi tre mesi in carcere, senza droga, senza libertà, senza più nulla. Poi chiedo di proseguire gli arresti in una comunità terapeutica e lì il percorso inizia ad alleggerirsi. In quel momento sono spariti tutti. Nel passo successivo, quasi dopo un anno, qualcuno inizia a riaffacciarsi: ma solo quando ero a casa». «Colpa della droga o colpa mia? E’ stata colpa mia», non ha dubbi l’imprenditore, che dopo un periodo “pulito” è tornato nel vortice della droga: «Nel 2012, quando ho chiuso il periodo degli arresti, ho avuto una ricaduta importante, per fortuna anche questa sistemata. Mi sono rivolto a dei medici, a dei professionisti». E non è stato un periodo facile: «Quando ti viene a mancare la libertà, non hai la possibilità di fare nulla senza autorizzazione. Poi in una situazione di salute non ottimale queste cose si amplificano». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

MATTEO CAMBI, DAL MARCHIO GURU ALLA GALERA

«Ero molto timido, educato, un bravo ragazzo: è stata brava la mia mamma. Mio padre è morto quando avevo 6 anni in un incidente stradale», così esordisce Matteo Cambi nella lunga intervista ai microfoni di Vieni da me. Il fondatore del marchio di abbigliamento Guru ha ripercorso la sua storia, fatta di alti e di bassi, iniziata una volta divenuto maggiorenne: «Son venuto a sapere che la morte di mio padre aveva lasciato una situazione patrimoniale che era destinata a me, a 18 anni sono entrato in possesso di quasi 7-800 milioni di vecchie lire. Ho reagito subito in maniera adulta, sono andato subito in banca ed ho iniziato a spendere subito quei soldi. Ho iniziato a conoscere gente del mondo dello spettacolo e dello sport». La madre con il nuovo compagno lavorava nel mondo dell’abbigliamento, ma Cambi decide di mettersi in proprio con un socio…

MATTEO CAMBI A VIENI DA ME

«Non mi piaceva lavorare con mia madre e decisi di partire per l’America. Tornato in Italia, ho aperto un marchio con un amico solo di magliette, t-shirt e felpe. All’inizio abbiamo fatto fatica, poi per un’intuizione viene disegnato un logo molto forte – un fiore – che dopo sei mesi è esploso. Lo hanno indossato un famoso calciatore del Milan, poi un famoso calciatore dell’Inter», ha spiegato Matteo Cambi, con il marchio Guru che arriva a cifre stellari: «In sei anni siamo arrivati a fare 100 milioni di euro, marchio venduto in tutto il mondo». Ma poi ecco il tracollo: «Molta ricchezza e molta popolarità possono portarti a degli errori ed a sentiti onnipotente. Vita di eccessi, droga e alcol, vivere molto la notte, perdere il contatto con la realtà». «Mia madre cercava spesso di farmi ragionare, ma purtroppo ero diventato incontrollabile: cercavo di evitarla», ha evidenziato Cambi, che non dispone del giusto appoggio: «Mi ero creato una mia fortezza, mi toglievano da chi voleva farmi una critica e da chi voleva farmi disintossicare». E qui arriva la galera…