A “I fatti vostri“, condotta da Salvo Sottile, è presente Francesco, il padre di Matteo Cecconi. Francesco racconta che suo figlio era un ragazzo pieno di interessi, amava leggere soprattutto libri classici e filosofici. Era anche attivo nel gruppo degli scout. Era un ragazzo sereno, aveva la fidanzata e tanti amici. Prima della sua morte stava programmando col suo migliore amico ucraino, una vacanza in riviera. Matteo Cecconi viveva un malessere pesante, un malessere profondo, un disagio che affrontava da solo, senza il coinvolgimento e il conforto di nessuno.
Il padre, ricorda quel tragico 26 aprile di un anno fa: “Quella mattina, sono rientrato dal lavoro e l’ho trovato a terra privo di sensi, ho cercato di rianimarlo ma invano, era già morto. Nella sua stanza, accanto al suo cadavere, c’era il suo computer acceso, era collegato ad una chat di questo sito. Ho scoperto leggendo quella chat che aveva acquistato una sostanza di libera vendita. In questa chat aveva dichiarato apertamente cosa stesse per fare. Erano presenti 12 persone nella conversazione, queste lo incoraggiavano a suicidarsi per trovare la felicità”.
Matteo Cecconi e le parole prima del suicidio
Le ultime parole di Matteo Cecconi presenti nella chat sono state scritte ad una ragazza: “Vedo che ami Cesare Pavese, lo amo anch’io. Questa sostanza aveva un gusto disgustoso”. Matteo Cecconi aveva programmato in ogni dettaglio la sua morte. Il padre afferma che né lui né sua moglie avevano avuto alcun minimo dubbio sul suo progetto. Quella mattina, del tragico gesto, i genitori l’hanno salutato mentre si stava allenando nella sua palestrina. Nulla avrebbe lasciato presagire che al ritorno lo avrebbero ritrovato cadavere nella sua camera.
Il padre Francesco, ha scoperto che sulla chat di quel “maledetto” sito che Matteo frequentava c’erano alcune regole, erano delle precise istruzioni, tra queste quella di dare una parvenza assoluta di tranquillità nei comportamenti alle persone che frequentava per non far trasparire alcun alone di anormalità. Matteo Cecconi ha trovato questo sito un mese prima del suicidio. Il padre sostiene che sia stato proprio quel sito a dare la svolta decisiva all’azione compiuta da Matteo. Il ragazzo, sempre sulla chat ha scritto: “Queste pagine sono state fondamentali per me”.
Matteo Cecconi e le ultime lettere trovate dai genitori. Un tormento che custodiva in solitudine
Nel computer di Matteo Cecconi, aperto dai genitori è stata ritrovata una lettera di pensieri sparsi. Era la lettera finale dove Matteo scrive del suo disagio e della sua sofferenza. Non si riesce però a capire da dove derivasse questa sofferenza, il motivo che l’ha spinto a questo estremo gesto. La famiglia ha anche trovato una lettera breve cartacea dove Matteo aveva scritto: “Siete la famiglia che ho sempre desiderato, non dovete sentirvi in colpa”. Ed in un’ altra lettera, il padre, visibilmente commosso aggiunge: “Non pensate a me, non datevi colpe e ricordatevi solo i momenti belli vissuti insieme”. Queste le parole del padre: “Matteo Cecconi non è riuscito a chiedere aiuto neanche ai suoi amici. Nella sua stanza abbiamo trovato un biglietto di uno psicologo che però sappiamo non abbia contattato e anche il numero del “telefono amico” presente su un post-it.
“Questo non è Matteo, noi genitori non l’abbiamo riconosciuto. Ho ripensato molto se ci fossero state delle parole o avvisaglie che avrebbero potuto far presagire a questo gesto. Una frase Matteo mi aveva detto poco tempo della sua morte: “babbo ti voglio bene”. Ora lo vedo come un addio ma allora l’avevo vista come una frase positiva, una frase normale. Clara, la sorella di Matteo ha 17 anni e anche al suo migliore amico ucraino, Matteo non aveva mai confessato nulla. A Clara ha lasciato un libro che voleva regalarle e negli appunti aveva scritto che avrebbe voluto fargli una dedica. “Matteo ha trovato delle persone che l’hanno appoggiato e spinto nel suicidio, non sostenuto e supportato in positivo”.