Matteo Di Pietro interrogato dal Gip
Matteo Di Pietro, lo youtuber 20enne accusato di omicidio stradale per aver causato la morte di un bambino di 5 anni, Manuel, è stato interrogato nella giornata di oggi dal Giudice per le indagini preliminari (il Gip). Il 2oenne ha travolto la Smart in cui si trovava il piccolo Manuel, con la madre e la sorella, con una Lamborghini a noleggio, mentre era impegnato a completare una sfida da proporre ai suoi follower nella quale avrebbe dovuto guidare ininterrottamente per 50 ore.
Così, Matteo Di Pietro nella giornata di oggi ha accettato di presenziare all’interrogatorio del Gip, in presenza dei suoi legali, Antonella Benveduti e Francesco Consalvi. Si è trattato di una lunga discussione, durata circa un’ora e mezza, secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, che sarà probabilmente cruciale nel processo che verrà avviato a carico dello youtuber. Ovviamente non si conoscono i contenuti dell’interrogatorio a Matteo Di Pietro, con i legali che lo accompagnano che evitano di rilasciare indiscrezioni o commenti. Ha, di fatto, risposto alle domande del giudice, non avvalendosi della facoltà di non rispondere, mentre Benveduti sostiene che il ragazzo “è distrutto” a causa della “tragedia che colpisce tutti”.
Il testimone: “Chiesi a Matteo di andare più piano”
Insomma, bisognerà ancora attendere un po’ di tempo per conoscere quale sarà il destino di Matteo Di Pietro, attualmente accusato di omicidio stradale. Il 20enne si trova ai domiciliari, secondo disposizione del giudice, dopo l’accertamento (ad opera del Gip) che la Lamborghini su cui viaggiava procedeva ad una velocità di 124 kh/h, mentre non sarebbe stata riconosciuta l’aggravante della positività alla cannabis.
In queste ore, inoltre, il gip sta interrogando anche tutti i vari amici di Matteo Di Pietro che erano presenti con lui sulla Lamborghini, sia prima che nel momento in cui ha travolto la Smart uccidendo il piccolo Manuel. Uno di questi ha raccontato che “ero seduto sul sedile centrale posteriore, non guardavo la strada perché mi stavo riprendendo con le telecamere e rivolgevo domande a chi era con me. Poi, dopo avere finito, ho chiesto a Matteo di andare piano. Ho avuto sicuramente la percezione che stessimo viaggiando ad una velocità compresa tra i 50 km orari e i 100“, continua a raccontare l’amico di Matteo Di Pietro, “ne ho avuto la certezza una volta vista la Smart. Matteo sapeva di essere ripreso ma non interagiva con la telecamera”.