Maestro elementare, insegnante di musica, una esperienza nientemeno che alla Scala di Milano come cantante lirico. Gi piacciono i bambini, gli piace insegnare, gli piacciono le favole: che cosa chiedere di più alla vita in un momento storico dove tanti lavoro non ne trovano o non trovano quello che gli piace? Matteo Faustini, esordiente a Sanremo 2020 nella categorie Nuove Proposte, originario della provincia di Brescia, 25 anni, vuole di più: “Sono felice di insegnare, però io da sempre desidero fare il cantautore, lo sanno anche i miei colleghi. Scrivere canzoni è qualcosa che mi fa stare bene, come una terapia, per cui devo continuare, vada come vada”. Matteo ha cominciato giovanissimo a comporre, verso i 18 anni, ci dice nel corso di questa intervista: “Mi sono detto, magari faccio schifo a scrivere canzoni però se non ci provo non lo saprò mai. Invece mi sono accorto che scrivere mi faceva stare bene, quasi fosse un percorso terapeutico. Allora continuiamo, mi sono detto”. Ma non è facile farsi conoscere, l’ambiente musicale oggi è molto chiuso, non ci sono più i talent scout che scoprivano gli artisti andandoli a cercare nei localini mentre si esibivano, oggi passa tutto dalla televisione. Matteo si è trovato tante porte chiuse in faccia: “Assolutamente sì, l’85% della musica passa in televisione. C’è ancora una piccola percentuale  dove puoi farti notare sbattendo la testa ovunque, ma è innegabile che talent come X Factor o Amici attirino tutte e attenzioni. Anche Sanremo che non è un talent ma una vetrina. La tv aiuta tantissimo, la gente purtroppo non compra i dischi o va ai concerti di chi non conosce”.



MATTEO FAUSTINI “L’ATTENZIONE DI AMADEUS”

A proposito di Sanremo, come è stato l’impatto? “Avevo già provato in passato, quest’anno però le iscrizioni e i corsi erano gratuiti, una gran bella cosa che sia stato così, bisogna sottolinearla questa possibilità che è stata data a tutti, così mi ci sono ributtato ed è andata bene. Avevo provato in passato tre volte X Factor, due volte Amici, ma nessuno mi ha mai richiamato, allora mi sono auto prodotto per diverso tempo”. Come ti sei trovato con Amadeus? Anche lui è “un esordiente”: “Purtroppo l’ho conosciuto poco, solo la serata dell’audizione, ma è una persona splendida. Anche due sere fa alle prove generali è venuto ed è rimasto ad ascoltare tutti, anche non era obbligato a farlo. Questo è stato da parte sua davvero un bel gesto”. Matteo ama i grandi cantautori del passato, dice, da Pino Daniele a Lucio Dalla, da Battisti a Edoardo Bennato. Oggi, spiega, la canzone pop non va molto di moda tra i giovani che preferiscono il rap, ma io amo il jazz, il pop, il soul e faccio musica perché ne ho bisogno: avanti per la mia strada con il sorriso”. A Sanremo presenta il brano Nel bene e nel male, davvero una bella canzone, molto profonda, molto intensa, scritta insieme a Marco Rettani che parla di esserci, nel bene e nel male, di certezze: “Questo brano parla di radici, salde. Quante stanze del cuore abbiamo? Quante possiamo ospitarne? Quante anime scegliamo di farci entrare? Poche. Esserci significa dare una certezza solida, delle radici che, nel bene e nel male, nessuna tempesta potrà sradicare. Abbiamo tutti una parte di bene e una di male, quanti sono disposti ad amarle entrambe? Questo brano celebra l’insieme, che può esistere solo se entrambe le parti si conoscono e complementano” dice. La vita è fatta di bene e di male, come si fa a convivervi? “Bella domanda. Secondo me in ogni essere umano c’è una parte di bene e di male, la mia canzone è un omaggio a chi lotta, io stesso cerco di combattere e di migliorare il male che ho dentro. E’ una scelta quotidiana, ogni giorno bisogna scegliere il bene o il male”. E proprio il giorno prima dell’inizio del Festival arriva la notizia che la dice lunga dei meriti di questo ragazzo: vince il Premio Lunezia per Sanremo per il valore musicale e letterario di “Nel Bene e Nel Male”, brano in gara al 70° Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte”. «Nel brano di Faustini l’alternanza con il recitato è in equilibrio con il crescendo della canzone – afferma Loredana D’Anghera, Dir. Artistico Lunezia Nuove Proposte – Uno stile di scrittura e interpretazione che evoca il passato e che per fortuna qualcuno non ha dimenticato».



(Paolo Vites)

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