Annalisa, la sorella di Matteo Marzotto, aveva 32 anni quando è venuta a mancare a causa della fibrosi cistica. Oggi il figlio di Marta è stata ospite negli studi di Storie Italiane per parlare del grande impegno della sua famiglia per combattere la fibrosi. Il programma ha mandato in onda una intervista del 2001: “La ricordo bene – ha aggiunto Matteo Marzotti – credo che questi giovani che ci hanno lasciato diventano dei nostri angeli custodi. Io mi sono trovato a fare questo attivismo, abbiamo pensato che la nostra esposizione pubblica doveva essere utilizzata per appunto contrastare la fibrosi”.



“Mia sorella è un angelo, mi guida assolutamente, sto facendo una cosa che non avrei saputo fare se non con l’aiuto di tanti con tutte le persone che agiscono con noi, sono fondamentali anche le storie di molte famiglie che stanno lottando contro la fibrosi cistica”. Storie Italiane ha quindi raccontato la storia di Niccolò, un 15enne affetto appunto da fibrosi cistica da quando è nato. “Noi siamo nella stessa famiglia – ha aggiunto Matteo Marzotto – riceviamo spesso delle segnalazioni di genitori disperati e a loro suggerisco sempre di avere una speranza salda e magari di far parte della nostra famiglia perchè con l’attività ci si sente meglio”.



MATTEO MARZOTTO E I GIOVANI DI OGGI: “SONO SCIOCCATO…”

Matteo Marzotto ha parlato anche dei giovani d’oggi: “Sono colpitissimo e scioccato dalla quotidianità che si può toccare anche parlando con i giovani, gli strumenti sono fuori controllo, diventano una sostituzione della vita reale e il limiti è infinito e non saprei come essere genitore oggi, è uno strumento utile ma se utilizzato male può essere una piaga della società”.

E ancora: “L’adulto di oggi non è detto che abbia il codice per poter crescere il proprio figlio in modo responsabile, ormai si può comprare l’esposizione attraverso la partecipazione compulsiva. Secondo me corriamo troppo. Io credo nei brand, i grandi giornali, i grandi contenitori, devono erogare una informazione corrette, se si inizia a guardare un po’ di tutto, siamo un po’ confusi”.