Matteo Marzotto ha raccolto il nome della sua famiglia della quale ne ha portato il testimone. E’ lui l’ultimo ospite di Da noi a ruota libera di oggi 27 febbraio. Cosa vuol dire per lui portare un nome così importante? “Dipende come ti senti, io ci ho dato valore perché ho avuto dei grandi esempi e mi sono legato alla tradizione, sono stato uno studente scarso e occorre darsi da fare più avanti. Ho avuto un padre attivo e discreto, degli zii grandi imprenditori, come i cugini, un nonno oceanico, c’è già una settima generazione che sta lavorando a questa storia. Io faccio la mia parte”, ha commentato. Nel corso dell’intervista non poteva non parlare della madre Marta: “Era una bomba umana, anche troppo anticipatrice dei tempi. Da lei ho preso la mancata timidezza, dal papà al contrario di ciò che si pensa non ho bisogno di essere così esposto”. A proposito della madre, Matteo ha spiegato di aver avuto un rapporto molto complice: “allora lo davo così scontato ma oggi non lo è per niente”.



L’infanzia di Matteo Marzotto è stata tutto sommato fortunata ma caratterizzata da un grande dolore: “Io sono un quinto figlio maschio, quindi puoi immaginare il grado di vizio piuttosto elevato, ma la mia vera madre era mia sorella Annalisa, la seconda, 9 anni più grande e con la quale avevo un rapporto magico, quasi di colloquio senza neanche parlare. Lei nata con la fibrosi cistica, è morta nell’89 e secondo me è uno dei miei angeli custodi”.



Matteo Marzotto, il viaggio a Medjugorje e l’incontro con Chiara Amirante

Perdere Annalisa, per Matteo Marzotto ha rappresentato un momento di svolta nella sua vita: “Ricordo la percezione della morte e dello sgomento per un periodo abbastanza breve, ma la storia di Annalisa è sempre stata un pensiero d’amore, non disperato”. Questo evento drammatico ha dato anche la spinta affinché Marzotto con l’aiuto  di un  imprenditore e di un ricercatore potessero fondare la fondazione sulla ricerca della fibrosi cistica, “che oggi è l’acceleratore di ricerca più importante che c’è in Italia”.



Nella sua vita è poi accaduto qualcosa che è stato una ulteriore svolta: Marzotto ha fatto un viaggio che ha permesso di ripartire con più luce e più forza: “Ho vissuto 15 anni a tutto gas, lavorando molto e divertendomi molto. Sembrava funzionasse tutto molto bene ma nel 2004-2005, in pieno rilancio della grande azienda ho iniziato a dormire meno bene, a farmi tante domande, e facevo l’attore durante il giorno ma questo malessere non era chiaro”. Da qui la decisione di fare un viaggio a Medjugorje che lo ha cambiato: “Qui è successo qualcosa. È già stato forte andare lì con poche informazioni. Come per una combinazione formidabile, sono entrato in contatto con uno dei sacerdoti di Nuovi orizzonti”. A completare il tutto, l’incontro con Chiara Amirante, “che io chiamo santa perché ha messo la sua vita a servizio dell’altro, mi ha molto affascinato”. Quella ha rappresentato per lui una “ripartenza, un miracolo”.