Matteo Messina Denaro è morto all’età di 61 anni: il boss di Cosa Nostra era da alcune settimane ricoverato all’ospedale San Salvatore di L’Aquila per il tumore al colon di cui soffriva. I medici tuttavia avevano interrotto le cure in virtù dello stato avanzato della malattia, che non prevedeva miglioramenti, e alle volontà contenute nel suo testamento.
La diagnosi della grave patologia era arrivata nel 2020, quando era ancora latitante. Aveva iniziato a sottoporsi alle terapie sotto una falsa identità, ma è stato scoperto e arrestato a gennaio scorso all’interno di una clinica privata palermitana. Si è interrotta così una latitanza lunga trent’anni. “Se non fosse stato per la malattia non mi avreste mai preso”, aveva detto agli inquirenti. In carcere, sotto il regime del 41 bis, ha trascorso soltanto otto mesi. Era condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra cui quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del collaboratore di giustizia Santino ucciso e sciolto nell’acido a 12 anni.
Matteo Messina Denaro è morto: era ricoverato per un tumore al colon, non si è mai pentito
Matteo Messina Denaro è dunque morto questa mattina, portandosi nella tomba gli innumerevoli segreti di Cosa Nostra. Il boss di Castelvetrano, dopo l’arresto, non si è infatti mai pentito, decidendo di non collaborare in alcun modo con gli inquirenti. Ha sempre negato qualsiasi accusa, ad eccezione di quelle palesi. I suoi beni, come riportato da Ansa, sono ancora tutti da trovare. Durante la latitanza, durata trent’anni, li ha nascosti con cura.
In questi otto mesi trascorsi in carcere, sapendo che la fine della sua vita era imminente, si è limitato a leggere, guardare un po’ di televisione e sottoporsi alle terapie in una piccola infermeria creata in prossimità della sua cella. In virtù delle sue condizioni di salute gravissime, nelle ultime settimane, gli era stato permesso di incontrare i familiari più stretti, tra cui la figlia Lorenza, riconosciuta soltanto poco tempo fa.