Alfonso Sabella, noto magistrato anti-mafia, è stato intervistato stamane in collegamento dal programma di Canale 5, Mattino Cinque News, sugli ultimi risvolti riguardanti gli arresti dei fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro, in particolare delle donne che avevano dei rapporti con lo stesso capo mafia. “Nulla di nuovo ne di strano, sono le tradizionali modalità di operatività dei boss mafiosi. Tutti quelli che ho arrestato io erano in situazioni analoghe, c’erano donne che coprivano la latitanza, che li assistevano durante l’inosservanza della pena che dovevano scontare, è tutto normale e ancora una volta si dimostra come l’operazione dei Ros sia stata trasparente e libera, si è svolta con i canoni di indagine per arrestare i latitanti. E’ fisiologico che i boss si appoggino a degli insospettabili per di più donne che si pensa siano meno coinvolte. Le donne di mafia sono un classico”.
E ancora: “Vito Vitale che ho arrestato nel 98 aveva relazioni sentimentali con più donne e tutta l’indagine si è sviluppata seguendo le sue relazioni. A volte i boss venivano addirittura uccisi se intrattenevano rapporti con donne diverse dalle mogli ma per fortuna questo andazzo dagli anni ’70 è stato superato. Matteo Messina Denaro ha fatto una sorta di emersione sociale e quindi viveva in questo territorio che lo proteggeva e ritengo che molta gente aveva paura. Le indagini che hanno portato alla sua cattura non sono nate da Campobello ma da Palermo. Se fosse stato solo per Campobello Matteo non l’avremmo mai arrestato”.
MATTEO MESSINA DENARO, SABELLA: “NON C’E’ IL CORNUTO CONTENTO”
Quindi il magistrato Alfonso Sabella ha proseguito: “Non c’è il cornuto contento, se c’erano queste relazioni… abbiamo avuto vari casi di questo tipo come Salvatore Cancemi, la mafia lo voleva ammazzare in quanto aveva avuto un rapporto con la moglie di colui che la proteggeva, ma sono fatti sempre accaduti, non c’è nulla di cui stupirsi. Questi boss esercitano un fascino del male che è terribile sulle donne. Io vedevo lettere di tantissime donne, normalissime, scritte a Riina e Bagarella, erano innamorate del boss, era la classica casalinga di Voghera, quindi non c’è nulla di assolutamente strana”.
Poi Sabella ribadito: “Matteo Messina Denaro aveva fatto un’operazione di emersione sociale che gli permetteva di vivere normalmente, in ogni caso si tratta di una reazione clandestina come quella di chiunque. I pizzini sono fondamentali – ha aggiunto – così come tutte le tracce che ha lasciato. Lasciamo lavorare gli investigatori che stanno lavorando molto bene. In ogni caso penso che fino ad ora non sia stato rinvenuto nulla di clamoroso ma quello che si trova nei covi permette di fare tantissimi processi. L’indagine non finirà tanto rapidamente, di materiale ce ne è tanto”.