È morto Matteo Prodi, pronipote dell’ex premier Romano. Il 18enne è stato travolto a Bologna mentre era in bicicletta. Lo schianto tra la Yaris guidata da Roberto Grandi, 74 anni, presidente dell’Istituzione Bologna Musei, e il giovane è stato tremendo. Lui era sulla strada che si arrampicava sui Colli bolognesi, da lì scendeva in bici il pronipote di Romano Prodi. E nipote di Vittorio, suo fratello, presidente della Provincia di Bologna a metà anni ’90, quando invece Roberto Grandi guidava l’assessorato comunale alla Cultura. «Sono distrutto», è l’unica cosa che è riuscita a dire il 74enne. Tra le due famiglie c’era affetto e stima. Ora questo dramma rende tutto più complicato e doloroso. Matteo Prodi stava per diplomarsi al liceo scientifico Fermi, poi doveva studiare Ingegneria, per la quale aveva già superato i test propedeutici all’iscrizione. La bici era una sua passione, ma era anche impegnato in Azione Cattolica.
MATTEO PRODI, PRONIPOTE ROMANO INVESTITO A BOLOGNA
Don Mario Fini, parroco di Sant’Anna, racconta al Corriere della Sera che Matteo Prodi aiutava a dir messa. «Gioioso e mite, sapeva stare con tutti», così la descrive. E aggiunge che metteva gli altri a proprio agio. Ora sul sito del liceo c’è una foto di Matteo al biliardo, col sorriso di sempre, e un messaggio: «Ci mancherà tutto di te: il tuo sorriso sornione, la tua parola garbata, la tua sobria imponenza. E questo ricordo, silenzioso e discreto, ogni mattina, ci accompagnerà in classe». Matteo Prodi era maggiore di sei fratelli e sorelle. E stava studiando per prendere la patente. Quel giorno senza scuola, chiusa in via precauzionale per il Coronavirus, gli era sembrato perfetto per andare a pedalare. Ancora non è stata fissata la data per il funerale del pronipote di Romano Prodi, anche perché ci sono degli accertamenti da fare prima. La Procura forse chiederà una perizia, lo riporta il Corriere della Sera, spiegando che la prima ricostruzione poggia sull’ipotesi di una precedenza non data dall’auto. Ma solo l’inchiesta farà chiarezza sull’eventuale responsabilità di Roberto Grandi.