La Corte dei Conti Toscana ha condannato l’ex Premier Matteo Renzi per un danno erariale da 15 mila euro i quali ora dovranno essere risarciti allo Stato: il motivo, spiega la Nazione, è una nomina fatta nel 2005 quando Renzi era ancora Presidente della Provincia di Firenze. In pratica il futuro Segretario del Pd aveva nominato un collegio di direzione provinciale invece che un singolo Dg: per questa ragione tanto Renzi quanto 4 direttori generali e l’assessore al Bilancio all’epoca in carica sono stati tutti indagati prima e condannati ora con l’accusa di danno erariale. In tutto, la somma ammontava a 125mila euro e già all’epoca venne contestato come danno anche all’allora segretario provinciale, poi deceduto purtroppo negli scorsi anni. «Abbiamo immediatamente predisposto appello come avvenuto in analoga circostanza in passato» ha fatto sapere l’avvocato di Matteo Renzi, Alberto Bianchi, non appena ricevuta la sentenza di condanna dalla Corte dei Conti toscana.



SPUNTA UN NUOVO PROCEDIMENTO PER MATTEO RENZI

Sempre il legale fa sapere «Siamo fiduciosi sull’esito finale per ragioni di metodo, la condanna è avvenuta senza nessuna richiesta di condanna da parte della procura, e in presenza di una legge che esclude che possa essere sottoposto a giudizio un soggetto che, come nel caso di Matteo Renzi, era rientrato nel processo su ordine del giudice dopo che la procura ne aveva chiesto l’archiviazione» commenta ancora Bianchi. Le stesse ragioni di merito, conclude l’avvocato di Renzi, risultano paradossali, «non si può attribuire all’organo politico l’eventuale danno di una amministrativa presa con tutti i visti di regolarità, anche contabile». Spunta però un nuovo procedimento sempre dalla Corte dei Conti e sempre con Matteo Renzi “nel mirino”: secondo quanto riportato da Il Tirreno, oggi è emerso un invito a dedurre per presunto danno erariale anche per la scelta di due collaboratori del suo staff privi di laurea mentre il senatore Pd era sindaco di Firenze. I fatti risalgono al 2009 e in questo caso, rilancia ala Corte dei Conti, il danno presunto sarebbe di 69mila euro: «già in passato la Corte dei Conti in appello ha smentito la ricostruzione giuridica della sede fiorentina in primo grado e ha stabilito come non vi sia necessità della laurea per le posizioni di staff del sindaco. Anche in questo caso peraltro è inspiegabile il coinvolgimento dell’organo politico in presenza dei visti amministrativi di regolarità». L’esito per l’avvocato Bianchi resta assai prevedibile: «Siamo certi che anche in questi due casi finirà come già accaduto in altri: in primo grado grancassa mediatica per poi ignorare l’assoluzione o l’archiviazione».

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