MATTEO RENZI SU DRAGHI AL QUIRINALE: ECCO COSA C’È DIETRO
La corsa al Quirinale sta per entrare nel vivo, Matteo Renzi è pronto a recitare un ruolo da protagonista. Il leader di Italia Viva ha sottolineato che l’elezione del capo dello Stato richiede intelligenza politica, ma non solo. Intervenuto ai microfoni del Corriere della Sera, l’ex premier ha sottolineato che chi spinge Draghi al Colle vuole le elezioni: «Meloni ha bisogno delle elezioni perché ha iniziato il calo nei sondaggi. La crisi di Conte è conclamata e Di Maio aspetta solo le amministrative di primavera per fargli le scarpe. Quanto a Letta, se non si vota deve fare il congresso e vincere le primarie , esercizio nel quale non ha grande esperienza. Loro vogliono il voto anticipato per esigenze personali».
Per Matteo Renzi le politiche dovrebbero tenersi a fine pandemia e con il Pnrr impostato, ovvero nel 2023, anche se lo spunto più interessante è certamente legato all’ipotesi Draghi come erede di Mattarella. A suo avviso l’ex presidente della Bce sarebbe un perfetto presidente della Repubblica, ma a fare la differenza è la politica: «Draghi è un punto di forza di questo Paese. Se vogliamo mantenerlo a Chigi gli va data massima agibilità politica. Se vogliamo che stia al Quirinale va costruita una maggioranza presidenziale, ma anche una maggioranza politica per il governo del dopo. Per farlo serve una iniziativa politica non qualche tweet a caso».
MATTEO RENZI TRA COLLE E PROGETTO CENTRISTA
A fare la differenza per l’elezione del capo dello Stato potrebbe essere l’assetto centrista, basti pensare che Italia Viva e Coraggio Italia di Toti e Brugnaro possono contare su 75 grandi elettori. Matteo Renzi non si è sbilanciato molto sull’intesa con il gruppo sopra citato, ma ha sottolineato che sarà difficile eleggere un presidente della Repubblica e fare un nuovo governo senza di loro: «Siamo i garanti della prosecuzione della legislatura fino a scadenza naturale». Matteo Renzi ha poi parlato del rapporto con Silvio Berlusconi: «Le confesso una cosa. Non lo vedo da quando abbiamo rotto su Sergio Mattarella. Era il gennaio 2015, esattamente sette anni fa. Mai più visto. Non lo sento da agosto». Negato, invece, ogni tentativo di flirt con Matteo Salvini, i due continueranno a battersi senza sconti: «Se oggi lui non ha i pieni poteri lo deve alla mia mossa del cavallo del 2019. Dunque combattiamo contro ma lealmente. E sulla vicenda del Colle negare un ruolo al capo del centrodestra, che ad oggi è Salvini, significa vivere fuori dal mondo».