Matteo Renzi, a proposito del servizio mandato in onda dalla trasmissione Rai “Report”, ha assunto una posizione ufficiale, comunicata nella sua enews. “Un servizio che andrebbe studiato nei manuali di complottismo – ha esordito l’ex presidente del Consiglio –. Non faccio incontri segreti e se devo fare un incontro riservato non lo faccio in autogrill, ma in un ufficio. Se vedo una persona al volo in autogrill, in stazione, in aeroporto, in treno, in piazza, allo stadio, non lo definisco incontro segreto. Se qualcuno pensa che si possa organizzare un incontro segreto in un luogo pubblico, costui ha bisogno di un TSO immediato”.
“Nella storia di Report – ha aggiunto il leader di Italia Viva – ci sono molti punti oscuri. Quali? Quattro mesi fa, una donna, che di mestiere fa l’insegnante, si ferma in autogrill perché un suo familiare sta male e si insospettisce perché vede un tipo ‘elegante ma losco’ che si aggira nervoso in attesa di qualcuno. Come fanno tutti quelli che hanno un padre che sta male in auto, la signora si disinteressa del padre e inizia con un telefonino a girare, senza scendere dalla sua macchina, un video”. Poi, arriva Renzi e dopo una chiacchierata di quaranta minuti se ne va, con la frase “Lei sa dove trovarmi”: “Il fatto che la signora riesca a distanza di metri, col finestrino chiuso, a sentire le parole, senza neanche leggere il labiale perché i due indossano una mascherina, è straordinario. Fortunati gli studenti che possono contare su una professoressa dalle orecchie bioniche”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
MATTEO RENZI E MARCO MANCINI: IL VIDEO DI REPORT FA DISCUTERE
Il video dell’incontro tra Matteo Renzi e Marco Mancini in un autogrill sulla Roma-Firenze che è stato trasmesso da Report sta facendo discutere. Tutto parte dalla segnalazione di una donna, autrice del filmato che ha mandato al programma. «Mi fermavo in quella piazzola perché mia madre si era sentita male e mio padre era sceso per accompagnarla». Questa la spiegazione che fornisce in merito alla strana coincidenza per la quale si trovava lì. La donna spiega di non aver riconosciuto il dirigente dei servizi segreti, ma di aver riconosciuto invece l’ex premier. «Marco Mancini è uno dei dirigenti dei servizi segreti con cui ho avuto incontri riservati. Penso di averlo visto anche all’autogrill, quindi figuriamoci», conferma Renzi ai microfoni di Report. Il colloquio tra il leader di Italia Viva e il giornalista è teso. «È un po’ strano che ci fosse proprio lì, casualmente, qualcuno a riprendere. Chissà come mai». Quando il giornalista tira in ballo la questione delle nomine e chiede se si sia accreditato nei suoi confronti, Renzi tira in ballo Giuseppe Conte: «Guardi, il dottor Mancini aveva un ottimo rapporto con il presidente, professor Conte. Quindi, se vuole sapere della vicenda delle nomine ne deve parlare con il professor Conte. Per un motivo molto semplice: che io sulle nomine dei servizi non ho mai messo bocca da un giorno specifico, che è il giorno 4 dicembre 2016, quando ho perso il referendum, mi sono dimesso il giorno dopo per approvare la legge di bilancio».
LE NOMINE DEI SERVIZI SEGRETI
Matteo Renzi ricorda di non aver messo più bocca sui servizi segreti perché è una questione di competenza del presidente del Consiglio con l’autorità delegata. «Ho soltanto chiesto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di lasciare il ruolo di autorità delegata perché ci sono troppe cose che non tornano su un presidente del Consiglio che si tiene l’autorità delegata. La legge prevede che si dia un incarico, Conte l’ha interpretava da un punto di vista giuridico che si possa dare ma che si possa anche non dare», dice a Report. Farebbe eccezione Paolo Gentiloni, ma è un caso diverso per il leader di Italia Viva perché «pensava di dover gestire in modo molto breve il suo mandato a Palazzo Chigi, perché si pensava che di lì a qualche mese si sarebbe andati ad elezioni». Renzi allora tira di nuovo in ballo Giuseppe Conte e i rapporti con l’amministrazione Trump in relazione alla questione dei servizi segreti: «Ha fatto incontri un po’ strani a Palazzo Chigi nell’agosto 2019: ha incontrato cioè i vertici inviati dal presidente Trump, su una vicenda di spie abbastanza strana». Sollecitato nuovamente su Marco Mancini e la questione delle nomine, Renzi replica secco: «A parte il fatto che è abbastanza antipatico entrare sulle nomine dei servizi segreti in una trasmissione televisiva, le dico questo: il dottore Mancini, e può chiederlo al dottor Mancini, aveva un buon rapporto con il presidente Conte. Quindi, se c’era qualcuno che poteva sponsorizzare o meno il dottor Mancini come altri, era il presidente del Consiglio».
LA VISITA A VERDINI: RENZI VS REPORT
Matteo Renzi a Report ha parlato anche delle scelte di Giuseppe Conte per quanto riguarda i servizi segreti: «Ha scelto un generale che si chiama Vecchione per fare il capo del Dis, ha confermato il dottor Parente che noi avevamo nominato a capo dell’Aisi, e ha scelto prima il generale Carta della guardia di finanza, e poi il generale Caravelli dell’esercito a capo dell’Aise». A proposito dell’incontro con l’agente dei servizi segreti Marco Mancini in autogrill: «Quello su cui dovrebbe riflettere lei è come mai quel video, c’è un video di un incontro che è del tutto casuale a Fiano Romano. Perché mi ero scordato un appuntamento che doveva essere lì». Quando il giornalista di Report ricostruisce la giornata, spiegando che era stato da Denis Verdini in carcere, poi in tv a parlare della delega ai servizi e il pomeriggio c’è l’incontro con Marco Mancini. «Lei sta dicendo che io decido di dire delle cose perché incontro l’onorevole Verdini in carcere, incontro del quale sono fiero e orgoglioso». A questo punto si infuria col giornalista di Report: «Le dico una cosa per capire la differenza fra lei e me dal punto di vista personale. Quando una persona finisce in carcere, che tu sia d’accordo o meno con la sentenza, ed è passata in giudicato e quindi fa testo per lei e per me, io non mi vergogno». Il leader di Italia Viva spiega di essere andato a trovarlo per fargli gli auguri di Buon Natale. «Il fatto che lei anche soltanto sussurri che si possa mettere in relazione una vicenda politica con un incontro che ho fatto e di cui sono orgoglioso con una persona che stava male, perché io ho una cifra umana che lei evidentemente non ha, è semplicemente ridicolo. La miseria umana è incredibile».
MATTEO RENZI E I “BABBI” DA MARCO MANCINI
A proposito dell’incontro con Marco Mancini, l’ex premier Matteo Renzi spiega di averlo incontrato perché doveva ricevere da lui dei “babbi”, un wafer romagnolo che riceve dall’agente dei servizi segreti ogni anno. «In un incontro talmente riservato che per evitare il Covid siamo rimasti fuori e casualmente c’è un video. Ma guardi che strano. Oppure lei vuole dire che il dottor Mancini è il grande ispiratore per cambiare l’autorità delegata che da mesi…Per far fare l’autorità a Mancini? Guardi, sveliamo questo segreto. L’autorità delegata non è un dirigente». Infine, Renzi spiega che il fatto che l’abbia incontrato all’aperto, ne rispetto delle norme anti Covid, è la conferma che non c’era niente di segreto e losco in quell’incontro. «Se devo fare un incontro segreto non vado all’autogrill. Se voglio fare un incontro riservato vado all’autogrill più frequentato d’Italia?».