«Non ho niente da festeggiare. Sono solo felice di vedere una personalità come Draghi pronta a guidare il Paese»
: così Matteo Renzi nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di Repubblica. Grande protagonista della crisi del governo giallorosso, il leader di Italia Viva ha ribadito che non era possibile continuare con il Conte II – «era tutto bloccato, senza slancio, senza visione, immobile» – sottolineando: «A chi mi domanda perché la crisi rispondo semplice: se dobbiamo spendere 200 miliardi di euro preferisco li spenda Draghi che Conte».
Matteo Renzi ha poi evidenziato tutti i limiti del precedente governo, dalla gestione della campagna vaccinale alla riapertura delle scuole, rivelando che è stata Italia Viva ad aver tolto dal tavolo di confronto tutti i temi divisivi, prima del rilancio degli ex alleati su dossier come giustizia e Mes. Nelle parole dell’ex premier c’è grande soddisfazione per la decisione di Mattarella: «Il governo Draghi sarà la salvezza dell’Italia: ha messo in sicurezza l’euro quasi dieci anni fa, metterà in sicurezza il Recovery Plan per i nostri figli».
MATTEO RENZI: “CONTE? IMBARAZZANTE”
Matteo Renzi
ha confermato di aver chiesto discontinuità su giustizia, scuola e gestione commissariale, ma il Movimento 5 Stelle non ha fatto passi indietro, difendendo a spada tratta Bonafede, Azzolina e Arcuri. Il senatore di Rignano ha poi definito «inspiegabile» la linea politica del Partito Democratico in questa crisi: «Potevano svolgere una funzione di mediazione, di equilibrio, di rilancio. Hanno scelto di appiattirsi sulla posizione “O Conte o voto”».
Matteo Renzi non ha poi usato mezzi termini a proposito del sospetto di Conte di un accordo sottobanco con Matteo Salvini: «Io Salvini l’ho sempre combattuto a viso aperto. E quando combattevo il ministro Salvini, Conte era il premier del governo che firmava i decreti sicurezza. Adesso che si metta a utilizzare Salvini è semplicemente imbarazzante. Per lui». Italia Viva, come facilmente prevedibile, voterà la fiducia al governo Draghi: «La legislatura durerà fino al 2023. Quanto al capo dello Stato deciderà il Parlamento tra un anno. Ora preoccupiamoci di dare la fiducia al governo e lasciamolo partire per la sua navigazione».