L’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle fallirà: non ha dubbi Matteo Renzi. Intervenuto ai microfoni di Repubblica, il leader di Italia Viva ha fatto il punto della situazione sul Centrosinistra ed ha affermato che l’esperienza dei grillini è al capolinea, accendendo i riflettori sul futuro di Giuseppe Conte: «Dubito che Conte – che si definisce equidistante da destra e sinistra – accetti di guidare il Movimento. Non mi stupirei se alla fine rinunciasse: troppe tensioni a cominciare dalla rissa sul terzo mandato».
Dopo aver replicato con fermezza a Bettini sull’ipotesi di interessi sovrannazionali che hanno fatto cadere il Conte II – «incapacità di ammettere che ha scelto una linea suicida. Ha sbagliato, ha perso, lasci stare i fantasmi» – Matteo Renzi ha elogiato i primi mesi del governo Draghi: con l’ex presidente della Bce, ha spiegato il senatore di Rignano, «è cambiata l’immagine dell’Italia nel mondo e abbiamo svoltato su vaccini e riaperture».
MATTEO RENZI: “BIN SALMAN? NESSUN CONFLITTO DI INTERESSI”
Matteo Renzi ha poi parlato della bufera sul ministro della Salute, Roberto Speranza, criticando aspramente la mozione di sfiducia presentata da Fratelli d’Italia ma sottolineando: «Tuttavia avanzare dubbi sulla gestione del ministero non è lesa maestà. Aggiungo che Iv propone di investire trenta miliardi sulla salute con il Piano Sanità 2030: non possiamo essere di nuovo impreparati». L’ex premier ha poi giustificato ancora una volta i rapporti con Bin Salman, rimarcando che la sua attività internazionale non è né un crimine né un peccato: «Non vedo alcun conflitto di interessi: si tratta di un’attività che svolgono anche altri ex premier italiani e stranieri. Essere stimato oltre confine non è un crimine. Rispetto le leggi che ci sono, se cambieranno ne prenderò atto». Infine, una battuta sul silenzio di Italia Viva sul Pnrr di Draghi: «Nessuna protesta? Non è una questione personale, ma di merito. Il Pnrr presentato a dicembre, di notte, da Conte aveva una crescita cumulata stimata nel 2.3%. Con il lavoro di Draghi e dei ministri Franco e Cingolani siamo al 3.6%. Ballano oltre 20 miliardi in più: sostenere che questo governo ha svoltato rispetto al precedente è una semplice questione di matematica. Ma chiederemo a Draghi di fare di più specie su sanità e infrastrutture».