E dopo Conte e Salvini a prender parola nel giorno della crisi di Governo al Senato è stato proprio lui, il “senatore semplice” Matteo Renzi che in questi giorni di crisi è tornato prepotentemente in primissima linea a “dettare” la linea del Pd seppur con la forte insofferenza del Nicola Zingaretti. Il segretario dem non condivide la linea dell’”alleanza immediata” con il M5s per evitare le urne subito ma non ha in mano i gruppi parlamentari del Pd – oggi al Senato è stato evidente, come già era avvenuto con la calendarizzazione della crisi di Governo una settimana fa – e per questo è ancora più significativa che la voce forte del Pd a rispondere a Conte e Salvini sia stato ancora una volta l’ex Premier e Segretario fiorentino. Un discorso breve, molto “tattico” in cui annuncia e non annuncia un accordo con i 5Stelle (magari senza Di Maio, riferiscono i retroscenisti da Palazzo Madama) e attacca a spron battuto il “collega” Matteo su migranti e conti economici. «Signor presidente del Consiglio, avete servito il paese ma il vostro operato è un fallimento. Avremmo preferito, però, che queste parole fossero state pronunciate prima di questi 14 mesi. Non ci voleva molto a capire che i toni di Salvini in campagna elettorale sono stati gli stessi di Salvini al governo», ha spiegato all’inizio del suo discorso Matteo Renzi, prima di aggiungere «Il punto fondamentale è che in questo paese si è creato un clima di odio, frutto anche del linguaggio della politica. Come fate a non essere sorpresi quando un ragazzo di colore non può entrare in una spiaggia del Nord-Est pur avendo il documento di cittadino italiano? Come fate a guardare una mamma che ha adottato un bambino che dice di non essere accolto bene a scuola? Queste sono scene che andavano bene nell’Alabama degli anni Cinquanta. Questo clima d’odio non lo abbiamo creato noi».



SINTESI DISCORSO DI MATTEO RENZI AL SENATO

Critica a Salvini sul fronte religioso – «faccia sbarcare quelle persone in mezzo al mare che hanno bisogno di aiuto» – e polemica al veleno sulla crisi di Governo lanciata dal Papeete Beach, «Aprire una crisi in questo momento non è un colpo di stato, è un colpo di sole. Non siamo sulle spiagge del Papeete. Ministro Salvini, lei ha fatto un governo col 17 per cento e non col 51 per cento e questo governo ha fallito anche per sua responsabilità. La sfido dove vuole, ma non giochi sulla pelle degli italiani, perché al momento sono a rischio le famiglie italiane, che rischiano di vedere un aumento dell’Iva». Renzi a quel punto si avvia alla conclusione del suo discorso, tra le proteste di Lega e Centrodestra «Io non farò mai parte di un eventuale governo tra PD e Movimento Cinque Stelle […] Ministro Salvini, faccia chiarezza sul discorso dei fondi dalla Russia. È suo interesse: faccia querela a Gianluca Savoini». Per l’ex Premier Pd «Noi oggi siamo contenti che l’esperienza populista finisca. Ma siamo pronti a dare il nostro contributo affinché questa situazione non coinvolta le famiglie italiane»; da ultimo, Renzi si rivolge direttamente al M5s «C’è da evitare l’aumento dell’Iva e serve un governo non perché noi ci vogliamo tornare ma perché l’aumento dell’Iva porta crisi dei consumi». Sfidato Salvini, messo in disparte il discorso del premier Conte e assunto il ruolo di “nuovo leader” dem pur essendo e rimanendo un “senatore semplice”. Domani in Direzione del Pd – forse – la vera resa dei conti della seconda crisi dopo quella di Governo cui stiamo assistendo con le dimissioni del Premier Conte.



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