IL GESUITA MATTEO RICCI PROCLAMATO VENERABILE: NUOVO PASSO VERSO LA BEATIFICAZIONE
Il sacerdote gesuita Matteo Ricci è stato proclamato Venerabile dalla Chiesa Cattolica: si tratta di un deciso passo in avanti del Servo di Dio tra i più importanti missionari cristiani in Cina verso il processo di Beatificazione. Papa Francesco, ricevendo lo scorso 17 dicembre in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha infatti autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare il Decreto in cui si riconoscono le “virtù eroiche” del Servo di Dio Matteo Ricci, che acquisisce così il titolo di “Venerabile”.
Per il gesuita Matteo Ricci, vissuto a cavallo del XV secolo, il Decreto arriva «provvidenzialmente nel giorno in cui a Macerata riapre alla vita cittadina e al culto pubblico la Chiesa-Collegiata dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, chiesa gesuitica annessa al collegio dei Padri dove lo stesso padre Matteo Ricci studiò da giovane e cominciò il suo cammino verso la consacrazione religiosa da gesuita»: lo ha spiegato la Diocesi di Macerata con una nota in cui celebra le “virtù eroiche” del sacerdote missionario. «Con questo atto molto importante il processo per la Beatificazione di Padre Matteo raggiunge l’ultimo traguardo – si legge ancora nella nota – la Chiesa dichiara che tutte le indagini svolte in questi anni, prima a livello diocesano poi vaticano, confermano la santità di Padre Matteo». Di fatto ora viene atteso solo la “scoperta” di un miracolo avvenuto per intercessione di Padre Matteo Ricci per gli ultimi step formali richiesti dalla Chiesa verso Beatificazione e Canonizzazione. Il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha espresso «la gioia di tutta la comunità Maceratese e la gratitudine al Santo Padre per questo passo importantissimo verso la Beatificazione del nostro grande storico concittadino».
CHI ERA MATTEO RICCI E PERCHÈ È IMPORTANTE PER LA CHIESA (NON SOLO IN CINA)
Nato il 6 ottobre 1552 a Macerata e morto l’11 maggio 1610 a Pechino, Matteo Ricci è vissuto in Cina al tempo della dinastia Ming ed è ad oggi forse il missionario più importante che abbia mai viaggiato e sostato nell’Asia più profonda. Entrato già a 18 anni nella Compagnia di Gesù a Roma, nel 1577 chiese ed ottenne di partire per le Missioni d’Oriente: dopo 6 mesi di viaggio, giunse in India dove venne ordinato sacerdote. Nel 1582 poi ebbe l’ordine dal Vaticano di proseguire il suo viaggio missionario a Macao: lo scopo era prepararsi con lo studio e la preghiera ad entrare in Cina, allora impenetrabile agli stranieri. Vi riuscì nel 1583 fondando la prima residenza cristiana gesuita a Schiaochin: proseguì il viaggio non senza ostacoli anche a Sciaoceo, Nanciam, Nanchino e infine Pechino, dove giunse il 24 gennaio 1601. Padre Matteo Ricci, oggi Venerabile per la Chiesa Cattolica, venne accolto con tutti gli onori dai mandarini, dai saggi e dallo stesso Imperatore della dinastia Ming.
La parola, lo studio e la testimonianza di fede furono protagoniste dell’opera missionario di Ricci: mise in pratica per la prima volta nella Chiesa un nuovo tipo di apostolato, ovvero l’adattamento ad usi e costumi indigeni per poter convertire (liberamente) le classi dirigenti e curare in questo modo la formazione del nuovo clero e sacerdozio locale. Mappe del mondo scritte in cinese, opere scientifiche e artistiche e svariati altri progetti vennero accolto con fecondità dall’Imperatore cinese che ne pianse la morte a Pechino l’11 maggio 1610: ci sono voluti però quasi tre secoli prima che il “metodo” di Matteo Ricci venisse pienamente riconosciuto dalla Chiesa. Come spiega Agostino Giovagnoli sull’Avvenire, solo nel 1939 Pio XII dichiarò che i cattolici potevano partecipare ai riti permessi da Ricci in Cina: si trattava di pratiche confutiate per gli antenati, con tanto di cerimonie non religiose. «Tali riti erano espressione di una concezione della famiglia e di un’idea dell’ordine sociale che non erano né anticristiani né antiumani e Ricci li ritenne leciti sulla linea poi raccomandata da Propaganda Fide dal 1622 di accettare la cultura di qualsiasi popolo in tutto ciò che non è contrario all’insegnamento cristiano», spiega l’Avvenire. Matteo Ricci, un grande scienziato e un potenziale santo che riuscì a trasmettere in Cina per la prima volta la cultura europea fondata e incarnata pienamente nella tradizione cristiana.