Da Catania a Palermo, Matteo Salvini torna in tribunale. In attesa di conoscere l’esito dell’udienza preliminare per il caso Gregoretti, visto che sono previste le audizioni del premier Giuseppe Conte, dell’ex ministro Danilo Toninelli, e le testimonianze di Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, l’ex ministro dell’Interno il 12 dicembre è atteso al palazzo di giustizia di Palermo per un’altra udienza preliminare, quella che riguarda il caso Open Arms. La vicenda riguarda la nave omonima Ong spagnola rimasta nell’estate del 2019 per 21 giorni in mare in attesa di un porto sicuro. Il Senato nel luglio scorso aveva dato voto favorevole all’autorizzazione a procedere, step necessario perché la richiesta di rinvio a giudizio del tribunale per i ministri del Palermo avesse seguito. Per questa vicenda Salvini è accusato di sequestro di persona e omissione di atti di ufficio. Open Arms, che è parte lesa nel processo, ha già annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile. “Quello che ci interessa non è che venga punito un singolo individuo, ma che si stabilisca, una volta per tutte, l’inviolabilità delle Convenzioni internazionali e del Diritto del Mare e che il rispetto dei diritti umani torni a essere riconosciuto come principio imprescindibile del nostro agire democratico”, scrive la Ong catalana in una nota ufficiale.
MATTEO SALVINI E IL CASO OPEN ARMS
Rispetto al caso Gregoretti, la vicenda Open Arms è molto diversa. Il leader della Lega, in primis, deve rispondere di due reati, non di uno. Inoltre, se i pm di Catania hanno chiesto l’archiviazione, la procura di Palermo è decisa a sostenere le accuse di fronte al gup Lorenzo Iannelli. Se la nave militare fu trattenuta in mare a largo di Catania per 5 giorni, la Open Arms è rimasta in mare più tempo in attesa di sbarcare. La nave battente bandiera spagnola ha atteso in mare aperto dal 1° agosto al 20 agosto con 147 migranti a bordo, salvati in momenti diversi, in almeno tre operazioni di salvataggio. Lo stesso premier Giuseppe Conte il 14 agosto 2019 scrisse a Salvini, invitandolo “ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti sull’imbarcazione”. A bordo c’erano, infatti, anche 27 migranti minori non accompagnati. Il leader della Lega, però, declinò. Perfino Richard Gere salì sulla Open Arms per portare viveri ai migranti soccorsi e in attesa di sbarco. La situazione fu sbloccata dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, che il 20 agosto dispose il sequestro dell’imbarcazione, permettendo così lo sbarco di tutti i naufraghi.