Un altro processo all’orizzonte per Matteo Salvini? È l’indiscrezione riportata in esclusiva dal quotidiano “Domani”, che spiega come il leader della Lega sarebbe accusato di diffamazione per gli insulti rivolti a Carola Rackete, la comandante tedesca della nave Sea Watch 3. A rinviarlo a giudizio sarebbe stata la Procura di Milano per le offese nei confronti della donna risalenti al 2019, di cui il giornale diretto da Stefano Feltri cita un estratto, estrapolato da una diretta Facebook del numero del partito del Carroccio: “Chi se ne frega delle regole ne risponde… Lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati… Pagata non si sa da chi“. E poi, vari titoli dispregiativi: “fuorilegge”, “delinquente”, “criminale, e i criminali devono andare in galera” e chi più ne ha più ne metta. Insomma, per Matteo Salvini, già coinvolto nel caso Gregoretti che l’ha portato in tribunale sul banco degli imputati, parrebbe profilarsi una nuova tegola all’orizzonte…
MATTEO SALVINI A PROCESSO PER INSULTI A CAROLA RACKETE?
Nell’ambito della sua indiscrezione esclusiva, “Domani” ha reso noto che la Procura di Milano, attraverso il PM Giancarla Serafini, avrebbe richiesto la citazione diretta in giudizio (senza udienza preliminare, considerato che il reato contestato prevede una pena inferiore ai 4 anni) per Matteo Salvini, mentre gli avvocati del leader della Lega, contattati telefonicamente, attendono di leggere l’eventuale contenuto della citazione prima di lasciarsi andare a commenti e considerazioni sulla questione. Giova rammentare, peraltro, che le accuse nei confronti di Carola Rackete sono decadute nel corso del tempo e a inizio 2020 la Cassazione aveva dichiarato l’illegittimità dell’arresto nei confronti della comandante della Sea Watch 3. Infine, “Domani” sottolinea come la parte dell’istigazione a delinquere da parte di Salvini sarebbe stata archiviata, nonostante i post pubblicati su Facebook e su Twitter dall’ex ministro dell’Interno esponessero la ragazza a una serie di insulti da parte degli utenti dei social network da fare accapponare la pelle.