No al green pass obbligatorio: Matteo Salvini è netto. Intervenuto ai microfoni di Quarta Repubblica, il leader della Lega ha spiegato: «Mancano 2,5 milioni di over 60 da vaccinare e bisogna consigliare a questi signori di farsi il vaccino. Nessun obbligo, ma bisogna dire che è meglio vaccinarsi, visto che il vaccino evita l’ospedale e la terapia intensiva. Nella fascia 40-60 anni si sceglie, io lo faccio per mia scelta, ma dai 20 anni in giù i morti per Covid sono 24 e le reazioni avverse sono alcune migliaia. Dai 60 anni in più è fortemente consigliato di mettersi in sicurezza, ma guardando i numeri i giovani non rischiano. Dobbiamo tutelare chi rischia di più».
«Il green pass fatto adesso è una sciagura inutile: deve avere entrambe le dosi fatte, il mondo dai 15 ai 30 anni non ce l’avrebbe prima dell’autunno. Pensare a multare e rinchiudere in casa 15-20enni non ha nessun senso scientifico», il giudizio di Matteo Salvini: «Se vogliamo mettere questo pass per i grandi eventi e gli estati va bene, ma non per i servizi essenziali. Non possiamo rovinare la vita, ci sono anche tanti italiani che non possono vaccinarsi. Cosa facciamo? Non prendono l’autobus o non vanno al negozio? Non scherziamo».
MATTEO SALVINI: “CENTRODESTRA É UNITO”
«Se imponiamo il green pass, impediamo la vita alla metà degli italiani, non perché sono no vax ma perché non riescono a farlo. Del green pass ne parleremo da ottobre in poi, ma oggi non si può fare», ha aggiunto Matteo Salvini, che poco dopo ha ribadito: «No al vaccino obbligatorio per insegnanti e studenti, da qui a settembre saranno oltre il 90% di docenti vaccinati». Una riflessione anche sulla tensione nel Centrodestra: «Rabbia della Meloni per il Cda Rai? Passerà, dai. Il pluralismo verrà garantito a tutti e tutti i tg Rai parlano come è giusto che sia. In quanti casi la Lega è stata tagliata fuori dal Cda o da quella presidenza senza che nessuno si strappasse le vesti? Non è quello che mette a rischio l’unità del Centrodestra». Matteo Salvini si è successivamente soffermato sul dialogo tra Draghi e Conte, con le perplessità dell’ex premier sulla riforma della giustizia: «La riforma che propone Draghi non va bene al signor Conte, ma se ne farà una ragione. Questa riforma, quella fiscale e quella della PA sono dei pre-requisiti per rendere l’Italia un Paese moderno e per utilizzare al meglio i prestiti dell’Europa».