La notizia della possibile missione di Matteo Salvini in Russia per discutere del conflitto in Ucraina è diventata un caso. Nelle ultime ore è stato registrato lo sconcerto di alcuni ministri, sbigottiti, a partire da quello degli Esteri Luigi Di Maio, ma anche il fastidio di Palazzo Chigi. «È una notizia che si commenta da sola», il commento raccolto dal Corriere della Sera, che riporta anche ironia, oltre che fastidio e sconcerto. Anche nella Lega, tra i governatori e i membri del governo, ci sono perplessità. Il timore riguarda una eventuale brutta figura, ricordando anche quanto accaduto in Polonia tra polemiche, critiche e contestazioni.



Ma c’è freddezza anche per i rapporti con la Russia, non sempre giudicati trasparenti, da inchieste giornalistiche e indagini giudiziarie. Matteo Salvini, comunque, ha preso le distanze: «Sono in Italia. Non ho certezze che ci andrò, ci stiamo lavorando. E si va se serve, certezze non ce ne sono. Non è un viaggio di piacere: si va se serve. Non vado a nome del governo, do il mio mattoncino», ha detto a Rai Radio 1. Parole diverse dall’apertura trapelata ieri dalla Lega.



SALVINI “NON SFIDO DRAGHI, LO AIUTO”

C’è un altro motivo di fastidio all’interno del governo. L’Italia è impegnata su più fronti per provare a svolgere un ruolo diplomatico nella crisi ucraina, quindi la visita a Mosca di un membro della maggioranza verrebbe interpretato negativamente negli ambienti internazionali. Forse sono anche questi i motivi per i quali il ministro Luigi Di Maio e il premier Mario Draghi venivano descritti ieri da fonti di governo, riportate dal Corriere, infastiditi dalla sola ipotesi del viaggio. Matteo Salvini si è quindi giustificato così: «Non sfido Draghi, semmai è un supporto. Il mio è un rafforzare l’opera del governo, non è un sostituirmi a nessuno. Il 2 giugno a Mosca? Non dipende da me. Sono piccolissimo e faccio quello che posso, mattoncino su mattoncino». Il leader del Pd Enrico Letta ha definito l’iniziativa «strampalata e senza utilità». Non è tardata ad arrivare la replica del segretario della Lega: «Perché strampalate? Parlare con i governi è una iniziativa strampalata? Non vado mica a giocare a bocce, non vado mica a vedere il Milan. Si parla con i governi e le istituzioni».



GUERINI “NO COMMENT”, MELONI “NO CREPE”

Matteo Salvini non si è soffermato sui possibili interlocutori in caso di viaggio. «Non voglio entrare nel merito di qualcosa che si sta costruendo e magari non sarà, qualcuno che comunque può avere voce in capitolo sicuramente». Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è limitato ad un no comment riguardo l’iniziativa di Salvini: «Non commento su viaggi improbabili». Dall’alleata Giorgia Meloni invece arriva un avvertimento: «L’importante è che non ci siano crepe con l’Occidente». La leader di Fratelli d’Italia ha spiegato di non essere a conoscenza dei contenuti, ma ha lanciato una stoccata: «Immagino che se fa una scelta del genere ne abbia parlato con il governo del quale fa parte». Quindi, gli ha lanciato un messaggio: «L’unica cosa sulla quale bisogna fare molta attenzione è non dare segnali di crepe nel fronte: abbiamo in questa fase bisogno di una postura solida dell’Occidente. L’unico errore che non dobbiamo fare è dare l’impressione nell’altra metà campo che ci si può infilare in alcune crepe di solidità. Credo che l’interesse italiano sia dimostrarsi un alleato solido e affidabile e aiutare la comunità della quale facciamo parte a fare quello che si può fare, anche per un fatto di interesse economico».