Lunedì 20 gennaio alle 17: è questa la data in cui si materializzerà la decisione della Giunta delle Immunità parlamentari del Senato sull’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini sul caso della nave Gregoretti. Ed è anche il primo passo di un iter che potrebbe portare il leader della Lega clamorosamente fuori dal Parlamento. Uno scenario da incubo per il leader del Carroccio, stretto in una tenaglia giudiziaria che rischia di far saltare i piani di spallata al governo Conte II e di “presa” di Palazzo Chigi. A scatenare questo terremoto politico potrebbe essere la legge Severino. La stessa che portò all’incandidabilità di Silvio Berlusconi. La norma, che prende il nome dall’ex ministro della Giustizia del governo Monti, che ne ha scritto i decreti attuativi, potrebbe provocare la sospensione di Matteo Salvini, anche in caso di condanna in primo grado, per un periodo di almeno 18 mesi. L’ex ministro dell’Interno, dunque, non sarebbe incandidabile, ma in ogni caso costretto a fare i conti con delle conseguenze politicamente molto pesanti…
MATTEO SALVINI “INCANDIDABILE”? COSA DICE LA LEGGE SEVERINO
La legge Severino, nel capitolo relativo alla sospensione dalle cariche pubbliche, ha valore retroattivo: ciò significa che, se anche il governo Conte II dovesse cadere – poco importa se per effetto di una manovra parlamentare o del successo del centrodestra in Emilia-Romagna – e Salvini fosse indicato come premier dalla coalizione vincente, il leader della Lega si vedrebbe temporaneamente sospeso dal Parlamento. Per Salvini, insomma, si tratterebbe di una vittoria mutilata. Uno spettro con cui il leghista rischia di fare i conti anche durante la prossima – eventuale – campagna elettorale. La sua leadership, infatti, rischierebbe di risultare appannata agli occhi di quell’elettorato disposto a votare Lega solo ed esclusivamente nel suo nome. Ecco perché Salvini, in un’intervista a Il Corriere della Sera, in merito alla sua condotta sulla Gregoretti ha sottolineato: ” Una cosa è certa: lo rifarei. E se gli italiani lo vorranno, lo rifarò. Sempre che non ci siano stranezze legate alla legge Severino“. Sta proprio in quest’ultimo periodo il timore, fondato, di “fare la fine di Berlusconi“.