Matteo Salvini a Quarta Repubblica: “Trafficanti e scafisti festeggiano in Italia”

Matteo Salvini, vicepremier, parla di quanto accaduto con la nave costretta a tornare indietro per via del trattenimento non convalidato dei dodici migranti che avrebbero dovuto raggiungere i centri in Albania. A “Quarta Repubblica”, il ministro spiega: “Sono Paesi dove si possono rimandare coloro che entrano illegalmente in Italia. Ci sono anche Bangladesh ed Egitto, Albania, Bosnia… Qualcuno può svegliarsi e dire che l’Australia o la Norvegia non sono Paesi sicuri. A me sembra evidente che su 9.300 giudici ce n’è qualcuno che fa politica. Hanno bocciato centinaia di richieste di espulsione. Tutta Europa sta facendo leggi più severe, compresi i governi di sinistra. In Spagna, dove governa l’idolo delle sinistre Sanchez, hanno il muro più alto d’Europa e le motovedette prendono dentro le navi con migranti a bordo. In Italia nessuno spara ma la magistratura qui, invece di difendere la Legge e di applicarla, la smonta. Gli unici a festeggiare sono i trafficanti e gli scafisti”.



“Spero che la politica si unisca sull’espulsione dei delinquenti – sottolinea ancora il ministro – I dodici che ci hanno fatto riportare in Italia sono a Bari e sono liberi di uscire e di andare dove vogliono. Se uno di questi dodici, che avremmo voluto mandare in Albania, scippa, rapina, stupra e così via, chi paga?” afferma ancora il ministro.



Matteo Salvini: “Giudici scambiano il tribunale per un centro sociale”

Matteo Salvini, a “Quarta Repubblica”, torna sul processo che lo vede imputato per sequestro di persona: “Se io trovo un giudice al quale non sto simpatico e mi condanna, posso andare in appello e poi in Cassazione. E lì potrei trovare ancora un giudice al quale non sto simpatico. Gli italiani meritano dei giudicanti sereni. Che si possano chiedere sei anni di carcere per sequestro di persona per uno che ha bloccato una nave mi sembra fantascientifico. Se dicono ‘innocente’ sono contento, se dicono ‘colpevole’ è un problema mio e dell’Italia. Io non ho tempo da perdere con un giudice che fa politica e che scambia il tribunale per un centro sociale”.



Il ministro spiega ancora: “Voglio difendere l’idea di confine. I nostri nonni sono morti per difenderli. Se tu domani vuoi andare in Arabia Saudita, in Nuova Zelanda, in Svizzera o in Canada, ti chiedono i documenti. La difesa dei confini è sacra e io sono stra-convinto. Perché noi non possiamo mandare in Albania quelli che sono qui illegalmente?”.