Matteo Salvini vittima di minacce da parte di una baby-gang di Milano. A denunciare sul web quanto accaduto è stato il vice Premier stesso, che ha mostrato in un post la fotografia di una scritta su un muro di un palazzo di piazzale Libia, in zona Porta Romana. “Salvini deve morire”, questo il testo scritto a caratteri cubitali con la vernice spray.
Il messaggio è firmato Z4. La sigla, come riportato da Milano Today, riconduce proprio ad una baby-gang composta sia da minori italiani sia da immigrati di seconda generazione che in questi anni si è fatta conoscere per le numerose aggressioni e rapine compiute nella zona a Sud Est della città lombarda. Nel 2022 c’erano stati anche otto arresti di giovanissimi. La Digos ora ha avviato le indagini per individuare gli autori del gesto e prendere provvedimenti. Intanto, sono state avviate le operazioni di pulizia del muro. L’atto intimidatorio è stato condannato da diversi esponenti della politica, tra cui Gianluca Cantalamessa, capogruppo in commissione Antimafia a Palazzo Madama e responsabile del dipartimento Antimafia della Lega.
Matteo Salvini, minacce dalla baby gang Z4: la denuncia sul web
“Spero che gli idioti vengano identificati e puniti facendo ripulire le scritte”, ha scritto intanto Matteo Salvini sui social network per denunciare le minacce ricevute da parte della baby-gang di Milano denominata Z4. La scritta è apparsa nel palazzo di piazzale Libia alla vigilia di un evento organizzato dalla Lega in largo Cairoli.
“Sabato manifesteremo a Milano per difendere i valori dell’Occidente e censurare qualsiasi forma di violenza e antisemitismo”, ha spiegato. E poi ha precisato: “Chi pensa di spaventarci, come qualche baby-gang che mi ha minacciato di morte imbrattando un palazzo nella mia città, si sbaglia di grosso. Mi dispiace solo per i proprietari dell’immobile. Andiamo avanti, senza paura e col sorriso”. E c’è anche chi dopo l’episodio ha lanciato l’ennesimo allarme sulla sicurezza sempre più precaria in città: “Non è banale, è la fase acuta di un odio pericoloso. C’è una sottovalutazione del fenomeno. I più giovani sono lasciati allo sbando, chi finisce nella rete di queste baby gang si forma ad odiare. Non è accettabile vedere scritte che inneggiano alla morte”, ha affermato Alessandro Verri, capogruppo della Lega in consiglio comunale.