SENTENZA OPEN ARMS OGGI 20 DICEMBRE 2024: ATTESA LA DECISIONE SULLE ACCUSE A MATTEO SALVINI
Dopo oltre 3 anni di udienze si chiude oggi il processo a carico di Matteo Salvini sul caso Open Arms: la sentenza di primo grado della Corte d’assise di Palermo è attesa oggi, venerdì 20 dicembre 2024, e dovrà stabilire se assolvere o condannare l’allora Ministro dell’Interno per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. 6 gli anni richiesti dall’accusa (il pm di Palermo Marzia Sabella) in quanto, sostiene, i diritti umani dei 147 migranti a bordo della nave ong Open Arms nell’estate 2019 «prevalgono sulla protezione della sovranità dello Stato».
La difesa dell’attuale vicepremier e leader Lega si fonda invece sulla non sussistenza del fatto, con Salvini che si proclama «colpevole» per aver difeso i confini dell’Italia in quella particolare stagione al Viminale (sotto il Governo Conte-1) in risposta all’immigrazione incontrollata presso le coste. Una sentenza giudiziaria attesa da 3 anni ma ovviamente anche uno snodo politico non da poco visto l’importanza dell’imputato unico nel processo svoltosi nell’aula bunker di Palermo, dove normalmente si tengono i processi agli accusati di mafia. N.2 del Governo Meloni, tra i protagonisti del braccio di ferro a distanza con parte della magistratura, Matteo Salvini attende la sentenza che potrebbe portarlo ad una ingente condanna su cui ha già fatto sapere di voler nel caso ricorrere fino alla Cassazione (se necessario), non accettando dunque alcun patteggiamento.
IL CASO OPEN ARMS IN “PILLOLE”: DATE, ACCUSE A SALVINI E PROCESSO “CONTROVERSO”
Nasce tutto nell’agosto 2019 quando nelle fasi finali del Governo M5s-Lega, il primo di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, il vicepremier e Ministro del Viminale Matteo Salvini viene accusato di aver negato alla nave della ong spagnola “Open Arms” di sbarcare nel porto di Lampedusa dopo aver raccolto 147 migranti a seguito di un maxi naufragio al largo delle coste italiane. Se per un simile caso con la nave Gregoretti, l’ex Ministro degli Interni era stato archiviato senza alcun procedimento, per la nave Open Arms le accuse presentate dall’associazione spagnola sono proseguite: prima il Tribunale dei Ministri e poi il Parlamento hanno dato il “via libera a procedere”, facendo cominciare il processo contro Matteo Salvini.
La nave rimase 20 giorni ferma davanti all’isola di Lampedusa (rifornita di cibo, aiuti e medicinali), dopo aver rifiutato altre destinazioni come Malta e la Spagna stessa: alla fine furono i magistrati di Agrigento, dopo una nuova ispezione a bordo, a disporre lo sbarco d’urgenza dei 147 migranti ipotizzando responsabilità penali del Ministero dell’Interno: secondo il Tribunale dei Ministri (nel novembre 2019) Salvini avrebbe agito in maniera “individuale”, mentre altri esponenti del Governo – come il Presidente del Consiglio Conte, che pure in passato aveva sempre controfirmato tutte le disposizioni del CdM – sarebbero stati contrari al “porto chiuso” per la Open Arms. È poi il 30 giugno 2020 che l’aula del Senato, nonostante il parere contrario della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, dispone l’autorizzazione a procedere contro il leader della Lega, nel frattempo passato all’opposizione con la nascita del Governo Conte-2 tra M5s, Pd e Italia Viva.
La difesa del processo contro Salvini venne affidata alla senatrice Giulia Bongiorno (Lega) che lungo le 25 udienze complessive ha presentato diverse prove per corroborare la tesi del leader leghista, ovvero che Conte e il resto del CdM era all’epoca in piena unanimità a favore dell’ordinanza di Salvini sui “porti chiusi” per le navi delle ong che rappresentavano un continuo braccio di ferro e sfida al Governo nei 2 anni di permanenza di Salvini al Viminale. Dal 15 settembre 2021, giorno della prima udienza a Palermo, ad oggi 20 dicembre 2024 di tempo anche politico ne è passato: svariati i testimoni, tra cui Conte, l’ex vicepremier Luigi Di Maio e l’allora capo di gabinetto del Ministero, oggi Ministro, Matteo Piantedosi. Nella sua ultima requisitoria la pm di Palermo ha chiesto 6 anni di carcere complessivi per Salvini in quanto la sua azione politica ha di fatto portato al sequestro di persona aggravato da diniego delle regole compiuto da pubblico ufficiale e in danno di alcuni minori: «non è un processo politico», ha detto ancora la sostituto procuratore Geri Ferrara nell’ultima requisitoria dell’accusa – «i diritti umani devono prevalere e la persona in mare è da salvare».
COSA HA DETTO SALVINI E COSA FARÀ IN CASO DI CONDANNA IN PRIMO GRADO
La difesa di Salvini ha sempre controribattuto durante il processo Open Arms che il tema di salvataggio invece non è in discussione, dato che le persone sono state salvate e sarebbero potuto essere trasferire a Malta o in Spagna che si erano resi disponibili: il tema è che molte ong in quei mesi arrivavano a sfidare lo Stato quasi “decidendo” la politica migratoria che è invece legittimità di un Governo in carica. «I confini sono lo scudo della pace e se non ci fossero regnerebbe il caos. Chiedo per Matteo Salvini l’assoluzione perché il fatto non sussiste», questo il messaggio chiaro recapitato dalla legale Bongiorno nella requisitoria della difesa, durante la penultima udienza del processo Open Arms.
In attesa della sentenza che dovrebbe arrivare nel pomeriggio di oggi, comunque al più tardi domani, l’arringa della difesa di Salvini ha riportato i passaggi principali di 296 pagine di memoria difensiva: «Dimostreremo che a Open Arms sono state date innumerevoli possibilità di sbarcare i migranti ma non sono state accolte e quindi innumerevoli rifiuti», ha poi spiegato Bongiorno riportando prove e intercettazioni dove la ong guidata da Oscar Camp arrivava ad esultare per la caduta di Matteo Salvini dal Governo gialloverde. Non solo, durante il Governo Conte e Draghi (e pure con l’attuale Governo Meloni) i migranti a bordo delle navi ong è capitato stessero anche più di 2 settimane, eppure l’accusa di sequestro di persona non è mai avvenuta.
Per questo il leader della Lega rivendica l’accusa contro la magistratura di Palermo per aver indetto 3 anni di processo politico per «far fuori la Lega per via giudiziaria». In una lunga intervista al “Giornale” prima della sentenza di primo grado sul caso Open Arms, Matteo Salvini dice di non aver paura di essere condannato e che comunque l’eventuale pena di 6 anni non lo vedrà dimettersi dalla sua carica finché non si arriverà al terzo grado di giudizio in Cassazione. Al di là del “processo politico”, rivendicato da Salvini nel video postato dalla Lega e divenuto virale dopo la richiesta di condanna a 6 anni, restano le conseguenze politiche in caso di sentenza negativa per il Ministro: incandidabilità, immagine e polemiche con le opposizioni che crescerebbero ulteriormente (con richieste pressanti di dimissioni ed eventuali mozioni di sfiducia).