Matteo Salvini a tutto tondo ai microfoni del Corriere della Sera. Il segretario federale della Lega ha esordito commentando le ultime parole di Enrico Letta: «É lo spirito con cui io sono entrato nel governo Draghi. Probabilmente ha capito che andare avanti a insultare la Lega quotidianamente non è quello che serve all’Italia. Se la finiamo con Ius soli e felpe pro sbarchi, potremo dedicarci, anziché al litigio, al grande problema di questo momento: il lavoro».



Uno dei dossier più roventi per il governo è quello legato al blocco dei licenziamenti e Matteo Salvini si è detto a favore della proroga, invocando una regolamentazione per il commercio online e per fare pagare le tasse ad Amazon, Google e multinazionali varie. L’ex ministro dell’Interno ha evidenziato: «Sarebbe bello se l’Italia fosse il paese che corregge la rotta di un’Europa fin qui forte con i deboli e debole con i forti».



MATTEO SALVINI: “AVANTI CON REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA”

Dopo un breve commento sulla situazione all’interno del Centrodestra, Matteo Salvini ha parlato delle prossime elezioni amministrative ed ha sottolineato di non avere armi segrete: «Alcune persone mi avevano chiesto del tempo per capire come una cosa del genere avrebbe impatto sulla loro vita personale e professionale. Certo, visto il trattamento economico e il rischio di persecuzione giudiziaria… Guardi Chiara Appendino: condannata per la morte di un tifoso in piazza. Uno è portato a dire: non mi ci metto». Matteo Salvini si è poi soffermato sulla giustizia, ribadendo che il referendum promosso insieme ai Radicali è un aiuto al ministro Cartabia e al governo. Nessuna mina per l’esecutivo, dunque, ma un’occasione per dare una svolta ad un problema che persiste da anni: «Tenga conto che in tutti i partiti che ci sono persone che mi sollecitano ad andare avanti. Per il centrodestra è una bella occasione di unità, ma io spero che firmino per i referendum anche Di Maio e Grillo. Certo, non mi illudo su Toninelli e Bonafede… Garantista a causa dei miei processi? Ma per favore. Mi sembra semmai che siano altri quelli improvvisamente diventati garantisti…».

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