Matteo Salvini, leader della Lega, è intervenuto nel corso della puntata di oggi, mercoledì 3 maggio 2020, de “La Vita in Diretta”, per parlare della crisi generata dal Coronavirus: “Siamo un grande popolo, abituato a rialzarsi dopo ogni caduta – ha dichiarato –. Gli italiani hanno dimostrato buonsenso, solidarietà, generosità e rispetto reciproco e meritano altrettanta fiducia, non certo le app per schedarli o gli assistenti civici”. Secondo il rappresentante del partito del Carroccio, le scuole devono essere riaperte: “Tutta Europa l’ha già fatto, con il mantenimento delle distanze interpersonali. È un bene per i bimbi rientrare nelle proprie classi, perché la didattica a distanza li penalizza e penalizza anche i 300mila bambini disabili presenti nel nostro Paese. Abbiamo presentato al ministro 50 emendamenti, riassumibili in due punti: la stabilizzazione degli insegnanti precari, perché mai come quest’anno si avrà bisogno di certezze, e l’aiuto per i genitori e gli studenti che frequentano le scuole paritarie”.
MATTEO SALVINI: “ALCUNE COSE NON HANNO FUNZIONATO”
Il leader leghista, Matteo Salvini, ha asserito inoltre che “non ci sono bacchette magiche e non sono pagato per criticare gli altri, ma alcune cose non funzionano. Chi è a casa non ha visto un euro di cassa integrazione, perché si è preferito fare una procedura burocratica complicata. Lo stesso problema si riproporrà a giugno, luglio, agosto e settembre: non vorremmo che milioni di italiani fossero scoperti dalla cig. In Svizzera compilando un modulo di autocertificazione la si riesce ad ottenere: prendiamo esempio e rinviamo inoltre le scadenze fiscali, emettendo buoni del tesoro a condizioni vantaggiose per i nostri concittadini”. Sulle polemiche nate in seguito alla manifestazione per il Centrodestra unito, il segretario del partito del Carroccio ha sottolineato come i problemi in questo momento siano il lavoro e la serenità per le famiglie e le imprese. “È stato un evento composto, educato. Anche a Codogno la gente ha voluto abbracciare Mattarella“, ha aggiunto, dicendo come sia necessario riaprire i centri anziani: “Fino all’anno scorso potevano lavorare fino a 70 anni secondo la legge Fornero, oggi invece devono stare segregati in casa”.